Si avvicina la discussione della legge sulle Unioni Civili prevista dal prossimo 26 gennaio a Palazzo Madama.
Dopo la Marcia dei Diritti dello scorso 12 dicembre, associazioni, attivisti e attiviste di tutta Italia hanno lanciato una nuova giornata di mobilitazione in diverse città della penisola per sabato 23 gennaio, a sostegno dell’approvazione della proposta di legge, che è vista come un primissimo passo verso la piena uguaglianza delle persone.
Numerose le città italiane pronte alla mobilitazione, partendo proprio dall’appello per l’approvazione della legge in materia; questa rappresenta la giusta occasione per diventare protagonisti del cambiamento, della trasformazione della storia del nostro paese, pronto a evolvere ed entrare a pieno titolo nella sua contemporaneità.
Tra le città principali che hanno confermato la mobilitazione troviamo: Ancona, Aosta, Bari, Bologna, Bolzano, Firenze, Milano, Napoli, Palermo, Catania, Siracusa, Perugia, Roma, Torino, Trento, e Trieste e tante altre.
La proposta di legge sulle unioni civili, il cosiddetto “ddl Cirinnà” era stato presentato al Senato lo scorso ottobre. La discussione, come già previsto nei mesi scorsi, non sarà semplice: per la contrarietà di Angelino Alfano del Nuovo Centro Destra, alleato del Pd di Matteo Renzi al governo, e per le nuove resistenze dell’area cattolica del Pd, che sembravano essere almeno in parte superate.
I diverbi a riguardo erano stati in parte risolti dopo le modifiche al primo articolo del ddl: era stato deciso infatti di introdurre nell’ordinamento italiano l’istituto dell’unione civile tra persone dello stesso sesso «quale specifica formazione sociale» e di cancellare ogni riferimento al matrimonio. Ulteriore problema era rappresentato dalla ‘stepchild adoption’ ovvero la possibilità che il genitore non biologico adotti il figlio, naturale o adottivo del partner; atto che in Italia non risulta valido per le coppie omosessuali, non essendo riconosciuto il matrimonio né altre forme di unione per le persone gay.
A tal proposito, la legge Cirinnà, nella sua ultima versione, esclude l’applicabilità dell’istituto dell’adozione legittimante: per le coppie dello stesso sesso unite civilmente non sarà possibile adottare bambini che non siano già figli di uno dei componenti della coppia.
Insomma, la tematica è delicata, basti tenere a mente che, come si legge nell’appello: “Non parleremo di una legge, bensì di un valore, cioè dell’uguaglianza di tutti e tutte, e del diritto di vivere in uno Stato laico. Staremo assieme alle famiglie, a tutte le famiglie. Assieme alle persone”.