Ruquia Hassan diventa simbolo dei giovani che si ribellano alla violenza. La giornalista uccisa perchè ha sfidato l’Isis, aveva solo 30 anni. I social media la ricordano postando la sua foto su Facebook e Twitter.
L’immagine sorridente di questa donna impegnata a raccontare ogni giorno quanto accadeva a Raqqua, roccaforte dell’Isis in Siria, sta facendo il giro del mondo. La reporter indipendente scriveva in rete delle ingiustizie subite dalle donne nella sua città. Lo faceva sotto lo pseudonimo di Nisan Ibrahim.
l’Isis non ha affatto gradito la sua ribellione, al punto di rivendicare di averla “giustiziata” in qualità di “spia”. Negli ultimi tempi Ruquia raccontava nei tweet di essere sotto minaccia: “Sono a Raqqa e ho ricevuto minacce di morte, ma quando l’Isis mi arresterà e mi ucciderà sarà ok, perchè loro mi taglieranno la testa e io ho la mia dignità. Meglio che vivere nell’umiliazione con l’Isis”.
Così la trentenne ironizzava sulla guerra, mostrando a chiare lettere quanto a Raqqa si vivesse in un regime di totale sottomissione. L’Isis, dopo il decesso della ragazza, è arrivato perfino a prendere il controllo del suo profilo Facebook, così da tendere una trappola ad altri oppositori dello Stato islamico che cercano di comunicare contro il regime terroristico.