Checco Zalone entra di diritto nella storia del cinema.Il suo nuovo film “Quo vado?” in soli tre giorni ha incassato 22.2 milioni di euro al botteghino schizzando così in testa alla classifica dei film più visti. Ben tre milioni di spettatori hanno affollato le 1200 sale cinematografiche dove è in programmazione con l’impressionante media di 18mila euro per sala.
Quo Vado?, prodotto da Taodue, racconta la storia di Checco, un ragazzo che ha realizzato tutti i sogni della sua vita: vivere con i suoi genitori evitando così una costosa indipendenza, rimanere eternamente fidanzato senza mai affrontare le responsabilità, ed è riuscito a ottenere un posto fisso nell’ufficio provinciale caccia e pesca. Un giorno però tutto cambia,il governo vara la riforma della pubblica amministrazione che decreta il taglio delle province e Checco viene trasferito al Polo Sud.
Checco Zalone vince la sfida più difficile, quella contro se stesso. “Sole a catinelle“, nel 2013, nei primi 4 giorni di programmazione aveva incassato 19.179.296 euro con 2.771.755 presenze, mentre “Che Bella Giornata” nel 2011 nei primi 5 giorni di programmazione 19.008.179 euro con 2.833.725 spettatori.
“Si tratta di una performance veramente unica, ha dichiarato Valsecchi,produttore della pellicola che conferma l’eccezionalità di Checco Zalone nel panorama cinematografico italiano. Il 2016 si apre così per il nostro cinema con un’iniezione di fiducia di cui si sentiva davvero il bisogno: dovrebbe uscire un nuovo Zalone ogni anno per dare una spinta all’intero sistema del cinema italiano. Ora spero che a questo successo ne possano seguire altri per le nostre pellicole”.
Anche Adriano Celentano sulle pagine del Corriere della sera sostiene Zalone e si dichiara suo fan.“Il cinema di Checco Zalone è un efficace toccasana di cui le farmacie non possono essere sprovviste. Una medicina la sua -prosegue Celentano- che ci difende e ci rende immuni dalle gravi infezioni che ci procurano le clamorose cazzate di un certo tipo di cinema internazionale i cui ingredienti non sono altro che la solita violenza e un falso modo di girare, dove per nascondere l’incapacità, la macchina da presa si muove in modo frenetico, dove tutto è frastuono, tutto è solo morte che uccide”.
Per il Molleggiato, che nel film viene omaggiato dall’attore barese in un brano intitolato La Prima Repubblica, cantato in stile Celentano il segreto di Zalone “è semplice”, perché lui “ha puntato in fondo all’angolo della nostra anima. Dove anche i cosiddetti colti, sempre più assetati di potere, ne hanno purtroppo perso le tracce le quali si identificavano in quella sana ignoranza che a nostra insaputa ci rende puri, e quindi belli, anche se brutto poi nessuno lo è”.
Non mancano i detrattori e le critiche negative al film che puntano soprattutto sulla pochezza dell’impianto narrativo del film e sulle battute volgari utilizzate per strappare risate e applausi. Molti accusano Zalone di non esssere un narratore e che i suoi film non sono altro che banali allestimenti per le sue gag comiche.
I risultati del botteghino possono avere anche un’altra chiave di lettura.Gli italiani hanno bisogno di leggerezza e di risate, si avverte la necessità di staccare la spina dalle esasperazioni a cui la vita costringe i più e dalle difficoltà socio-economiche.Se la medicina, come dichiara Celentano, è un film di Zalone, allora è più che giusto assumerla con buona pace dei film d’essai.