Proseguono senza sosta le indagini sull’omicidio di Teresa Costanza e Trifone Ragone, uccisi a colpi di pistola il 17 marzo scorso davanti al palazzetto dello sport di Pordenone. Gli indagati per il duplice delitto sono due: oltre a Giosuè Ruotolo, commilitone e per un periodo coinquilino di Trifone, c’è anche Rosaria Patrone, la sua ragazza.
Ebbene si, pare che l’attenzione degli investigatori si sia spostata anche sulla ragazza di Ruotolo. La Procura ritiene infatti che Maria Rosaria Patrone, 24 anni, di Somma Vesuviana, possa aver avuto un ruolo nel duplice delitto del palasport. La studentessa di Giurisprudenza è ufficialmente indagata: imputazione provvisoria per il ruolo di “istigatrice”.
La ragazza è stata interrogata, e si è avvalsa della facoltà di non rispondere. «Glielo consente la legge – ha spiegato l’avvocato Costantino Catapano che difende la studentessa di Giurisprudenza -; visto che la sua posizione è cambiata e ora è indagata, non voleva altro stress. Non aveva nulla da dire oltre a quello già detto durante le precedenti audizioni, quando era stata sentita solo come testimone».
Non era a Pordenone, Maria Rosaria Patrone. Ma in quei frangenti, pare che la donna sia caduta in contraddizione rispetto a versioni fornite in precedenza da un’amica, circostanza che le è valsa anche l’accusa di false attestazioni. La notizia dell’iscrizione della fidanzata di Ruotolo nel registro degli indagati è giunta dopo quanto trapelato e diffuso durante una trasmissione Rai.
Nessun dubbio sul fatto che la donna la notte dell’omicidio si trovasse all’altro capo della Penisola, ma il sospetto degli investigatori è che possa aver contribuito a fornire alibi o copertura al fidanzato omettendo alcuni dettagli di cui poteva essere a conoscenza o modificando e cancellando la cronologia di taluni messaggi e chat in internet.
Giosuè Ruotolo, commilitone e coinquilino di Trifone, è l’unico ad essere incolpato per aver ucciso i due ragazzi, con sei colpi di pistola, dal momento che le telecamere situate nei pressi del parcheggio in cui sono stati trovati i cadaveri, hanno ripreso l’auto di Ruotolo che si trovava nelle vicinanze del luogo del delitto.
Emerge inoltre anche un ‘misterioso profilo Facebook’ aperto dopo il trasloco di Trifone Ragone dall’appartamento di via Colombo (che condivideva con Giosuè Ruotolo e gli altri due commilitoni) all’appartamento in via Chioggia, dove scelse di convivere con Teresa Costanza.
Chi ha utilizzato questo profilo e perché? L’avvocato Costantino Catapano smentisce il fatto che ad aprire il profilo o utilizzarlo possa essere stata Rosaria Patrone.
“Rosaria non lo ha mai utilizzato – rimarca Catapano – tanto è vero che si era completamente dimenticata dell’esistenza di questo profilo Facebook. Anzi, ne ha appreso dell’esistenza solamente l’estate scorsa, mesi dopo il duplice omicidio.”
Si ha solo la certezza al momento, che il profilo sia stato utilizzato per inviare dei messaggi. In particolare a Teresa Costanza. L’identità social misteriosa è stata sfruttata per un periodo limitato di tempo. Poi è diventata inattiva.
L’esistenza del profilo è un elemento nuovo, raccolto nelle audizioni effettuate a Somma Vesuviana. Ad accennarvi sono state alcune amiche di Rosaria. La studentessa, dopo essere venuta a conoscenza dell’identità Facebook, ne aveva parlato con le amiche, ma poi, non dando alcuna importanza al fatto, secondo quanto asserito dal suo legale di fiducia, se ne era dimenticata.
Su questo punto il suo fidanzato Giosuè Ruotolo, invece, non è stato ancora sentito dagli inquirenti.