Il 15 dicembre 2015 vi è stata una cerimonia pubblica a Caserta, per la riattivazione dell’orologio al centro della facciata sud della Reggia. La cerimonia è stata accompagnata dalla musica della fanfara dei Bersaglieri della Brigata Garibaldi di Caserta.
L’orologio, di forma circolare, è incassato in un timpano ed ha il quadrante con numeri romani per indicare le ore e numeri arabi per indicare i minuti. La particolarità di questo orologio è il suo collegamento con le campane, che squillando avvertono la popolazione dello scorrere del cosiddetto ”Tempo Reale”. Il meccanismo dell’orologio, fermo da circa venti anni, è stato riparato nell’ambito dei lavori di restauro della facciata. Il lavoro è stato possibile grazie all’Associazione Arma Aeronautica di Caserta con Lios Clu Reggia, al Rotary Club e alla ditta Panebianco di Pietramelara che ha eseguito il lavoro. Nonostante un piccolo contrattempo, a mezzogiorno le campane della Reggia hanno suonato a festa, con la soddisfazione delle autorità e dei cittadini presenti, anche per la targa commemorativa apposta nell’ingresso centrale del Palazzo. Nel suo intervento, il direttore della Reggia, dr Felicori, nel riferire gli sforzi in atto per rilanciare l’immagine de sito ha precisato che la Reggia nell’ultima settimana è stata visitata da 17.000 persone.
La Reggia di Caserta fu voluta da Carlo di Borbone, re di Napoli e di Sicilia dal 1735 al 1759, anno in cui divenne re di Spagna con il titolo di Carlo III.
Di 1200 stanze che conta il Palazzo, solo 134 erano occupate dalla famiglia reale. In essi vi erano arredi arrivati fino a noi, ivi compresi degli orologi, tra i quali i due a forma di gabbia di uccello che Maria Carolina ricevette in dono dalla sorella Maria Antonietta di Francia. Gli orologi sono in bronzo dorato al mercurio e si possono sia appendere che poggiare. Il quadrante è visibile solo dal basso e segna le ore in numeri romani e i minuti in numeri arabi. Nei quattro angoli vi sono delle figurine a mezzo busto, allegorie dell’infanzia, giovinezza, maturità e vecchiaia. Originariamente in ogni gabbia vi erano due uccellini meccanici che avevano all’interno un cilindro con le punte e 12 piccole canne di organo. Ad ogni ora il cilindro ruotava e urtando una canna simulava un cinguettio, mentre l’uccellino si girava e sbatteva le ali. Attualmente gli orologi sono ancora appesi nel luogo in cui li mise Maria Carolina, ma al posto degli uccellini meccanici ve ne sono due imbalsamati.
Nella sala Alessandro, all’epoca sala del trono di Gioacchino Murat, troviamo l’orologio ‘Egizio’, così chiamato per una lastra metallica con l’immagine di palme e un obelisco egiziano. L’orologio è incassato in un cilindro contornato da un serpente che, sostenuto da due cariatidi poggia sul marmo bianco della base. Era corredato da 12 figure allegoriche del tempo che scomparvero durante l’occupazione alleata del 1943, insieme a un leone seduto, le chiavi e un copriserra. Le figurine, che rappresentavano la storia dell’orologio, si trovavano probabilmente all’interno del cilindro.
L’orologio fu realizzato da Carolus Baccaro nel 1823 utilizzando mogano e bronzo dorato.
Ai vari orologi meccanici vanno aggiunti quelli solari, presenti nel parco e soprattutto la meridiana da davanzale con coperchio che si trova in quella che fu la camera da letto di Ferdinando II. E’ in marmo bianco pregiato, di 30 cm. di diametro, finemente incisa fin nei più minimi particolari che la presenza del coperchio in bronzo ha difeso dalle intemperie, permettendole di arrivare intatta fino a noi