Si doveva giocare senza i tifosi del Napoli, ma alla fine le autorità belghe hanno deciso di chiudere le tribune a tutti gli spettatori.
“Bruges-Napoli si giocherà a porte chiuse per motivi di sicurezza”, questo, in sintesi, l’annuncio del sindaco di Bruges, Renaat Landuyt, arrivato nel pomeriggio di ieri, al culmine di un incontro con i responsabili della sicurezza del territorio, e subito rilanciato dalla stampa belga, in merito alla partita di Europa League in programma giovedì sera alle 21.05.
In Belgio lo stato di allerta per l’allarme attentati è a livello 4, il massimo previsto dal governo belga.
Da alcuni giorni, le autorità hanno deciso di sospendere tutte le manifestazioni pubbliche, comprese le partite del campionato di calcio di prima e di seconda divisione. La minaccia altissima di attentati persiste e, per questo, si è preferito far giocare Bruges-Napoli in uno stadio vuoto, senza pubblico. Il Napoli era stato subito informato della decisione, poi poco prima delle 18.30 anche il club azzurro ha diffuso la notizia attraverso un tweet.
Uno stato d’allerta che, adesso, ci appare minacciosamente più vicino, perché aleggia sugli amati colori azzurri.
Tendiamo a rigettare la paura insita nel pericolo della devastante follia omicida personificata dall’Isis, innescando il più prevedibile e al contempo consapevolmente sterile meccanismo di difesa nel quale la psiche umana si rifugia pur di non affrontare il pericolo della minaccia.
E, improvvisamente, siamo costretti a realizzare che il Napoli disputerà una partita che, in chiave qualificazione, per gli uomini di Sarri già sicuri di accedere alla fase successiva, non assume alcun rilievo, e lo farà in uno stadio deserto, orfano di spettatori, risucchiati da quella stessa paura che dilaga al cospetto delle immagini che narrano di morti barbare, cruente, feroci. Inumane.