È un giorno di terrore ed orrore in Mali, dove un gruppo armato di jihadisti è entrato nell’hotel Radisson Blue di Bamako, la capitale, prendendo 170 ostaggi (140 turisti e 30 persone dello staff.)
Secondo l’agenzia turca Anadolu, 80 sarebbero stati liberati in seguito a un blitz delle forze speciali maliane ma sui numeri non ci sono certezze: secondo i media Usa ci sarebbero ancora 124 ospiti e 13 impiegati dentro la struttura. Almeno tre ostaggi (due maliani e un francese) sarebbero stati uccisi. I media locali riferiscono che i jihadisti prima del blitz hanno rilasciato chi ha potuto dimostrare di saper recitare il Corano.
Le forze dell’ordine hanno isolato la zona stabilendo un perimetro di sicurezza. Circa 40 uomini del GIGN, le teste di cuoio della gendarmeria francese, sono partite da Parigi dirette a Bamako. Lo precisano fonti governative ai media francesi. Il commando, composto da una dozzina di persone, avrebbe gridato «Allahu Akbar!», “Dio è grande”, prima di aprire il fuoco.
Diversi feriti sono stati evacuati in ambulanza. L’attacco è avvenuto al settimo piano dove si trovano le camere utilizzate dal personale di volo dell’Air France: i 12 ospiti della compagnia sono tutti salvi. «Diversi francesi sono presenti fra gli ostaggi», ha ufficializzato il Quai d’Orsay a Parigi. Tra i turisti anche diversi cinesi oltre a 6 membri del personale di volo della Turkish Airlines cinque dei quali sarebbero però stati rilasciati. L’hotel è frequentato da molti stranieri che lavorano in Mali. Ospiterebbe tra l’altro militari della missione Onu in Mali (Minusma): tre di essi sono stati messi in salvo. Secondo Rfi, il commando di uomini armati responsabili dell’attacco sarebbe arrivato nell’albergo a bordo di una macchina con la targa ‘corpo diplomatico’. Gli assalitori hanno attaccato l’hotel con armi da fuoco e «granate», ha detto un impiegato dell’albergo, Tamba Diarra, rintracciato al telefono dall’AP. Il gruppo sarebbe riuscito a salire fino al settimo piano dell’hotel, da dove avrebbe iniziato a sparare. Secondo Jeune Afrique, al momento dell’attacco l’albergo – con 190 stanze – era «pieno al 90%». «Ho visto dei cadaveri. È orribile», ha detto uno degli ostaggi liberati secondo quanto riferisce France 24. L’attacco è stato «fulmineo» ed è iniziata con i terroristi che hanno «sparato a tutte le guardie presenti davanti all’albergo», ha detto un altro testimone oculare citato da Al Jazeera, che non ha però specificato se gli uomini della sicurezza siano solo feriti o siano morti. Il sito dell’emittente panaraba cita un uomo d’affari, indicato col nome di Konate e contattato per telefono. Un altro testimone citato dall’emittente, che lavora in un centro a qualche decina di metri dal Radisson, ha raccontato: «Ho iniziato a sentire colpi d’arma da fuoco provenire dall’hotel. Poco dopo ho visto una guardia che usciva di corsa, ferita. Un agente della sicurezza mi ha detto che i terroristi sono stati così veloci che non non sapeva quanti ne fossero entrati». «Hanno rinchiuso circa 140 ospiti e circa 30 impiegati», ha detto a NBC News un portavoce del gruppo Radisson, Carlson Rezidor.
«L’hotel è sbarrato e nessuno può entrare dentro o uscire». A ‘sigillare’ l’albergo – continua – sono stati gli assalitori stessi, e non «la polizia o altre forze di sicurezza». La società sta lavorando per stilare una lista dei nomi degli ostaggi presi e delle loro nazionalità. I servizi di sicurezza del Mali sospettano che dietro l’attacco ci sia il network jihadista Ansar Din, di cui fa sapere di aver sventato vari progetti di attentati nella stessa capitale maliana ad opera delle due brigate Khalid Ibn Walid e Fronte di liberazione di Massina. Stando a testimoni citati dall’Anadolu. sarebbe il gruppo jihadista al Mourabitoun – tra i cui fondatori c’è Mokhtar Belmokhtar, ex comandante di al Qaeda nel Maghreb – il responsabile dell’attacco in Mali. Secondo alcuni analisti, Al-Mourabitoun si sarebbe recentemente unito all’Isis – così come annunciato da Adnan Abu Walid Sahraoui. Belmokhtar lo ha però smentito. Circostanza che suggerisce l’ipotesi di una divisione all’interno della sigla jihadista. Il presidente del Ciad, Idriss Dèby Itno, ha evocato la matrice islamista dell’attacco terroristico al Radisson: «condanno nella maniera più ferma possibile questo atto barbaro che non ha niente a che vedere con la religione», ha detto il capo di Stato come riferisce il sito Jeune Afrique. L’ambasciata Usa ha diramato un allerta in cui chiede ai cittadini americani, compreso il suo staff, di mettersi al sicuro. Notizie della sparatoria sono emerse sui social media in mattinata.
In seguito al colpo di stato militare del 2012, i jihadisti hanno preso il controllo del nord del paese, scatenando un intervento armato guidato dalla Francia a inizio 2013. Lo scorso 7 marzo assalitori dal volto coperto hanno aperto il fuoco in un ristorante frequentato dagli stranieri uccidendo 5 persone. Ad agosto sospetti jihadisti uccisero 13 persone inclusi cinque dipendenti dell’Onu in un hotel di Sevare, nel centro del Mali. Nel 2013 la Francia ha aiutato il Mali, ottenendo una «vittoria», i «terroristi lo sanno per questo ci considerano nemici», ha detto proprio oggi il presidente francese Francois Hollande, spiegando che «i terroristi nel 2012 si sono accaniti contro la cultura del Mali, hanno distrutto i simboli della cultura, imposto divieti, le donne sono state sottomesse, gli uomini umiliati, la Francia ha dovuto prendersi le sue responsabilità e portare avanti azioni importanti».