Napoli.Da martedì scorso la strada intitolata a Gaetano Azzariti, giudice nazifascita,è dedicata a Luciana Pacifici,vittima della Shoah.
La città dunque elimina dalla sua toponomastica il nome di un giudice fascista che nel 1938 fu presidente del Tribunale della razza, firmatario del Manifesto della razza e che contribuì al massacro dei sessantamila ebrei italiani deportati e la sostituisce con il nome della piccola Luciana Pacifici, nata a Napoli il 28 maggio 1943 da Loris ed Elda Procaccia e vittima delle leggi approvate dallo stesso Azzariti.
La piccola fu inviata con l’intera famiglia ad Auschwitz, mentre cercava di raggiungere la Versilia. La sua storia è stata ricostruita nel libro “Traditi” (edizioni Cento Autori) da Nico Pirozzi a cui bisogna attribuire anche l’idea di intitolarle Via Azzariti.
Ad Azzariti, che fino al 1961 fu anche presidente della Corte costituzionale, la strada è stata dedicata nel 1971. Nella delibera ufficiale erano abilmente omessi tutti i riferimenti al suo passato razzista.
Giornalista professionista,Pirozzi scrive per le pagine di cultura del quotidiano “Il Mattino” di Napoli, è direttore editoriale della collana d’inchiesta “Fatti&Misfatti” della casa editrice “Cento Autori” e ha ideato il progetto “Memoriæ”, iniziativa promossa dalla Fondazione Valenzi e dalla onlus ALI volto a creare una memoria condivisa della Shoah.
“Se fosse rimasta a Napoli -spiega Pirozzi- Luciana sarebbe sopravvissuta. La città, liberatasi dagli oppressori il 30 settembre 1943, non subì deportazioni nazifasciste”.
I Procaccia-Pacifici fanno parte di quei 42 ebrei partenopei (per nascita o adozione) che, impauriti dai forti bombardamenti alleati, fuggirono in cerca di salvezza. Sia Loris che Elda avevano origini toscane, ma Amedeo Procaccia (padre di Elda) era emigrato a Napoli dopo il 1918, stabilendosi a piazza Bovio. Nell’estate del ’43, tutto il nucleo familiare, un gruppo di 10 persone, iniziò la fuga verso la Toscana. Ma a Cerasomma (frazione di Lucca), il 6 dicembre furono denunciati e arrestati dai fascisti. Trasferiti in un campo di internamento a Bagni di Lucca, poi nel carcere di Milano, l’ultima destinazione fu Auschwitz. La piccola Luciana, che aveva solo otto mesi, probabilmente morì durante il duro viaggio in treno verso la Polonia. Sua madre cadde nel dicembre 1944, nel campo tedesco di Bergen-Belsen. Tutti i Procaccia furono sterminati nelle camere a gas, Sopravvisse, miracolosamente, solo Ivonne, sorella di Elda, col figlio Renato.
Settantadue anni dopo,Napoli ha ricordato la sua giovane vittima ebrea in un giorno scelto non a caso: il 17 novembre,lo stesso in cui nel 1938 entrarono in vigore le Leggi razziali.