Il pensiero di Papa Francesco in relazione agli attentati terroristici di Parigi è giunto attraverso una telefonata a Tv2000 trasmessa oggi durante uno speciale a cura del Tg2.
«Questo è un pezzo di una terza guerra mondiale, – ha affermato il pontefice – non ci sono giustificazioni per queste cose. Questa non può essere né una giustificazione religiosa né umana. Questo non è umano. Per questo sono vicino a tutta la Francia a cui voglio tanto bene». In un telegramma all’arcivescovo di Parigi, Ving-Trois, il Papa aggiunge: «ancora una volta condanna con forza la violenza, che non può risolvere niente, e chiede a Dio di ispirare pensieri di pace e solidarietà» e invoca «Dio Padre di misericordia» per le vittime e per confortarne i parenti. Il pontefice «si associa alla sofferenza delle famiglie provate da questo dramma, così come al dolore del popolo francese» per gli «orribili attacchi terroristici avvenuti a Parigi e nello Stadio di Francia». La Santa sede vive nella conclamata consapevolezza di essere uno degli obiettivi dei terroristi e in vista del Giubileo la paura è lecita.
C’è chi vorrebbe, difatti, che la cerimonia venisse annullata per privilegiare e salvaguardare l’incolumità pubblica ed inevitabilmente il braccio di ferro tra “volere e potere” che ne deriva, sfocia in un controverso dibattito che divide le coscienze dell’opinione pubblica.
Il pericolo al quale Roma è concretamente esposta è un dato di fatto che, in virtù di quanto accaduto a Parigi, ritrova ulteriore ed effettivo riscontro nella realtà.
Una realtà dirada digerire, con la quale è difficilissimo fare i conti, a prescindere dalla prospettiva dalla quale la si scorge.