In crescita il rapporto perverso tra ragazzi e gioco d’azzardo, uno dei dati maggiormente preoccupanti sta infatti nell’abbassamento dell’età media di chi gioca e scommette. Emergono questi dati direttamente dall’Osservatorio Nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza.
Aggirando i divieti infatti, che su Internet si possono eludere facilmente fornendo i dati di un adulto, i giovani sperperano tempo e danaro, iniziando molto precocemente a “sperimentare” il Poker online, le slot machines,il calcio, la corsa dei cavalli, il tennis e la Formula 1. Sperimentazione che purtroppo in molti casi si traduce in vera e propria patologia.
Un’indagine sulla ludopatia, condotta dall’Osservatorio Nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza (Paidòss), rivela inoltre che il 20% di bambini e adolescenti italiani fra i 10 e i 17 anni frequenta agenzie di scommesse, bingo e sale con slot-machine, mentre il 25% dei più piccoli, in età compresa fra i 7 e i 9 anni, usa la paghetta per gratta e vinci e lotterie.
La ludopatia si insinua, così, silenziosa, fra giovani e giovanissimi inizialmente tramite il web, entrando nella loro vita come uno svago apparentemente normale. Questo fenomeno, dati alla mano, si sta, dunque, trasformando in un pericolo sociale, tanto che, per contrastarlo, la Società italiana medici pediatri ha lanciato, nei mesi scorsi, la campagna di sensibilizzazione “Ragazzi in gioco“, che prevede corsi rivolti ai medici e agli studenti nelle scuole, perché in questi casi la prevenzione è fondamentale, oltre al ruolo della famiglia che, anziché fingere di non vedere o, peggio ancora, essere connivente, dovrebbe aiutare gli adolescenti a comprendere i gravi rischi insiti in questa subdola dipendenza.
Ma se questi ultimi giocano prevalentemente per mero divertimento, diversa è la storia per quanto riguarda i più grandi. L’adulto infatti è guidato inequivocabilmente dalla voglia di ‘far soldi’, molto spesso illusoria.
Nonostante i rischi patologici (ed economici) del gioco d’azzardo siano alla portata di tutti, il fenomeno risulta sempre più in ascesa. L’identikit del giocatore problematico mostra che sono soprattutto i maschi a finire nella ‘gabbia’ del gioco, i luoghi più ‘pericolosi’ sono per gli uomini sale gioco, sale bingo, ma anche in parte il circolo ricreativo, il telefonino e internet. Una presunta solitudine e situazione economica precaria accomuna il giocatore maschio alle giocatrici.
Per contrastare questo triste fenomeno ricordiamo che il Ministero della Salute ha sviluppato un Piano d’azione nazione per il triennio 2013-2015 che rappresenta il primo concreto e importante passo fatto dalle istituzioni e alle organizzazioni nazionali competenti coinvolte per la tutela dei soggetti più a rischio.