Dai dati Svimez emergono ancora disuguaglianze tra le varie zone del Paese nei settori della Sanità e del Welfare. Infatti, le previsioni per il 2015 e il 2016 non sono delle migliori. Ancora rilevanti le diseguaglianze di reddito tra Nord e Sud e il Mezzogiorno è sempre più povero. Nel Centro-Nord oltre il 50 per cento delle persone guadagna dall’80 al 100 per cento del reddito medio regionale, mentre al Sud questo vale solo per una persona su cinque. Una parte rilevante occupa la Sanità, oltre al settore del Welfare. Questi alcuni dati: la povertà assoluta sul totale della popolazione è passata dal 2008 al 2013 dal 2,7 per cento al 5,6 per cento nel Centro-Nord, e dal 5,2 per cento al 10,6 per cento al Sud.
Screening a rilento, prestazioni a pagamento, lunghe liste d’attesa, sale operatorie vuote in ospedale: sono solo alcuni effetti di questa contrazione. Esauriti i budget di spesa per numerose prestazioni nei centri che operano in convenzione, i disagi colpiscono soprattutto i pazienti oncologici e i più poveri, esenti dal ticket e costretti ad attese più lunghe in ospedale e presso le Asl.
“L’accesso alle cure – spiega il dottor Sergio Canzanella, direttore generale dell’Associazione House Hospital onlus – risulta essere sicuramente più problematico nel Meridione che in Campania, che ha il pregio della minore età dei cittadini. Le regioni ricevono un finanziamento maggiorato quando i soggetti sono più anziani. E al Sud si invecchia meno rispetto al Nord, perché si muore prima, e questo non è certo un bel traguardo. Prestazioni e visite specialistiche, per via del costo del ticket, sono gli ambiti dove i cittadini tagliano di più. Serve una politica attiva di sviluppo – sottolinea con forza il dottor Canzanella – centrata principalmente sul Mezzogiorno, che sappia coordinare politiche aggiuntive di coesione con rinnovate azioni di politica ordinaria”.