Pasquale Scotti, soprannominato “Pasqualino ‘o collier”, uno degli ultimi baluardi della camorra cutoliana ritorna sotto la luce dei riflettori, dopo circa un trentennio di latitanza.
Scotti era ricercato per diversi omicidi e, in particolare, per un assassinio con occultamento di cadavere nel 1985. In Brasile si faceva chiamare Francisco de Castro Visconti ed era diventato un imprenditore, gestiva numerose società di servizi e ristoranti.
Il Supremo tribunal federal brasiliano – l’equivalente della Corte costituzionale italiana – ha autorizzato l’estradizione dell’ex membro della Nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo. Scotti era stato arrestato lo scorso maggio a Recife, nel nordest del Paese sudamericano, dopo una latitanza durata quasi 31 anni. Per evitare l’estradizione, la difesa di Scotti aveva sostenuto che l’uomo è un «perseguitato politico» e che «fuggì dall’Italia per non essere ucciso in prigione».
Gli avvocati hanno poi ricordato che Scotti non ha precedenti criminali in Brasile e che non ha avuto più contatti con l’Italia. Infine hanno dichiarato che Scotti dovrebbe restare nel Paese per far crescere i propri figli brasiliani, Scotti è sposato e padre di due bambini, di 5 e 13 anni, avuti dalla compagna brasiliana, durante gli anni di latitanza trascorsi in Sudamerica.