Il clima che stamane troneggiava su Ponticelli non lasciava presagire nulla di buono e non solo per effetto degli obesi e cupi nuvoloni che con fare minaccioso introducevano il temporale che ha avuto poi luogo nel pomeriggio.
È lunedì e come accade ogni settimana, ma come potrebbe non accadere più, stamane, lungo via Califano ha avuto luogo il mercato rionale.
Una tradizione nella quale è insita una sacrosanta opportunità di risparmio, rischia di scomparire per effetto di quell’alacre battaglia iniziata qualche anno fa e che vede l’associazione dei commercianti, presenziata da Anna Ferrara, osteggiare gli ambulanti del mercato.
Un’area, quella destinata ad accogliere il suddetto mercato che secondo i commercianti del quartiere non sarebbe idonea ad ospitare le attività mercatali perché vicinissima ad un centro abitato dotato dei medesimi servizi. Di contro, gli abitanti del posto, invece, lamentano l’esatto contrario sottolineando la provvidenziale opportunità fornita dal mercato soprattutto in termini logistici, in una zona del quartiere in cui appare tutt’altro che agevole spostarsi a piedi.
Ma i pareri contrastanti non s’intrecciano esclusivamente in merito a quest’aspetto. I “punti caldi” sono ben altri.
Un mercato “abusivo e sregolato” secondo i commercianti, quello che tiene banco lungo via Califano, una delle strade che costeggia il parco comunale fratelli De Filippo; un mercato “ampio e funzionante alle spalle del centro di Ponticelli” secondo la cittadinanza.
«Non vogliamo dire che il mercato non debba esistere – ha spiegato la presidente di AssoCommercianti, Anna Ferrara nel corso di un’intervista rilasciata qualche tempo fa – ma non più di una volta a settimana, come d’altronde è dappertutto, e comunque deve essere regolamentato. Tralasciando lo spettacolo indecoroso e confusionario in cui ci si imbatte girando per il mercato, è inaccettabile che mentre i commercianti onesti fanno mille sacrifici, gli ambulanti, gli abusivi, restano impuniti. Noi vogliamo liberare Ponticelli con una legalità a 360 gradi.»
La stessa Anna Ferrara, nel corso di altre interviste riportate su alcuni quotidiani locali denunciava la vendita di medicinali e di prodotti alimentari scaduti tra i banchi dello stesso mercato. Circostanza, quest’ultima, che non ha mai trovato concreto riscontro durante gli innumerevoli blitz delle forze dell’ordine.
Cosa ne pensa la cittadinanza locale?
Qual è il punto di vista degli ambulanti che regolarmente esercitano il loro “diritto di vendere”?
Stamani siamo andati a chiederlo direttamente a loro.
“In primis, qualcuno dovrebbe informare l’illustre signora in merito ad usi e costumi cittadini, in quanto sono tantissimi i quartieri in cui i mercati si svolgono addirittura quotidianamente. Una condizione, tra l’altro, sorta per circostanze fortuite, in virtù della sopraggiunta necessità di spostare il mercato che aveva luogo il giovedì a Cercola, in un’area scoperta poi essere sopraffatta dall’amianto.” Replica un esercente.
“Il mercato rappresenta un modo più gradevole e rilassante di fare la spesa per chi non ama la calca dei centri commerciali e dei supermarket. Questo mercato è tutt’altro che disordinato, forse è uno dei pochi mercati cittadini a svolgersi lungo una strada retta, con i banchi disposti da un lato e dall’altro. Il disordine per me è ben litro. – afferma un’anziana casalinga in pensione residente in via De Meis per la quale il mercato rappresenta un’autentica ancora di salvezza- Inoltre, c’è più possibilità di scelta anche per quanto riguarda l’abbigliamento. Girando tra i vari stand si può infatti acquistare in base alle proprie possibilità e questo rappresenta un vantaggio provvidenziale per chi come me deve continuamente macinare sacrifici per arrivare a fine mese. L’unica forma di abusivismo che dovrebbe essere combattuta è quella dei parcheggiatori che in questa sede, così come nell’ampio parcheggio della posta di via De Meis, agiscono indisturbati costringendoci a privarci di pochi spiccioli, ma in maniera del tutto insensata, perché si tratta di aree in cui si può parcheggiare liberamente.”
“Le istituzioni e chi combatte l’illegalità dovrebbero ringraziarci, – afferma un’altra esercente – perché abbiamo tolto dalla strada e dato un lavoro ad oltre 100 persone coinvolte in attività delinquenziali. Noi la criminalità contribuiamo a rimuoverla permettendo a tantissime persone, principalmente a ragazzi molto giovani di guadagnare onestamente quanto necessario per condurre un’esistenza dignitosa. È soprattutto per non creare altra disoccupazione che i mercati non devono assolutamente essere rimossi. E ci tengo a dire che siamo stanchi di essere trattati come “commercianti di serie b”: abbiamo tutti i permessi in regola e soprattutto facciamo tantissimi sacrifici ogni giorno, sentirsi etichettare come dei criminali che compiono reati e raggirano le regole non è una cosa giusta.”
“A nome di tutti i commercianti, ci tengo a far sapere alla signora Ferrara che in virtù della carica e della delega che ricopre, lei dovrebbe rappresentare un esempio per tutta la cittadinanza e prima di puntare il dito contro gli altri dovrebbe farsi un esame di coscienza.”
Dopo quest’affermazione cala quel puntuale ed impaurito silenzio nel quale molte altre volte mi sono imbattuta mentre mi intrattenevo in conversazioni affini con altri commercianti, quelli che gestiscono attività in pieno corso Ponticelli ed avanzano i medesimi dubbi e le stesse lamentele.
La signora Ferrara, proprietaria di una cartoleria, paga l’utilizzo del suolo pubblico per le due ceste di giocattoli che quotidianamente espone all’esterno del negozio?
E, ancora, così come è stato più volte segnalato anche alla guardia di finanza, perché continua a non battere gli scontrini fiscali?
Interrogativi puntualmente rimasti inevasi e che la cittadinanza ha paura di pronunciare a voce alta, perché?
Sempre per la medesima ragione: l’esibizionismo fisico e verbale, praticato dalla stessa Ferrara, in merito ad amicizie autorevoli tra gli alti ranghi delle forze dell’ordine e personaggi di rilievo della magistratura.
Appare non solo lecito, ma anche doveroso porre e porsi un’unica ed imprescindibile domanda: la legge è uguale per tutti?
A chiederlo non è una giornalista, ma la stragrande maggioranza dei cittadini di Ponticelli a cui non ho paura di dar voce. Alle autorità competenti spetta il dovere, il sacrosanto dovere di replicare.