Gentile redazione,
Vi scrivo dal profondo nord, perché ho tante cose da dirvi.
Sono un’insegnante di scuola materna in pensione, nata, cresciuta e sempre vissuta a Voghera e credo che questo sarà anche il posto dove chiuderò gli occhi per sempre.
Prima che arrivi quel giorno, però, spero di riuscire a realizzare un sogno nato proprio grazie a voi: venire in vacanza a Napoli per conoscere di persona i bambini del parco Merola, ammirare le splendide opere lì realizzate e stringere la mano alle persone semplici e cordiali che vi abitano.
Non ho figli, né nipoti, vivo da sola con una badante in una grande e silenziosa casa e convivo con tante avversità, dal momento che un ictus, due anni fa, mi ha reso parzialmente invalida. Trascorro gran parte delle mie giornate davanti al computer e da quando, attraverso il vostro giornale, ho conosciuto il parco Merola, la mia vita è cambiata.
I disegni e le storie di quei bambini, mi hanno colpita davvero tanto, grazie a loro e grazie a quello che state facendo in quel parco, state raccontando una Napoli diversa rispetto a quella che ci mostrano nei tg nazionali. Non ho mai visto Napoli con i miei occhi, ma attraverso voi, ho capito che andando oltre le apparenze è possibile scoprire un mondo unico, speciale, ricco d’amore e che meriterebbe molta più attenzione.
Invece, c’è chi addirittura ostruisce il vostro lavoro… non mi vergogno a confessare di aver pianto quando ho letto delle minacce ricevute dalla direttrice del giornale, perché non sono rivolte solo a lei, ma a tutti coloro che credono nel suo lavoro, quindi anche a me che vivo a chilometri di distanza da una realtà che non ho mai visto di persona, ma che sta rendendo molto più mite quegli ultimi sospiri di vita che mi restano da consumare.
Quei bambini per me sono come dei nipoti, la vostra giovane direttrice è la figlia che non ho mai avuto e che sarei orgogliosa di avere e quel parco è la famiglia numerosa e calorosa che non sono riuscita a tirar su.
Le istituzioni e le forze dell’ordine devono proteggervi, hanno il dovere di farlo, per preservare il vostro lavoro dalle cattive intenzioni di chi lo recepisce come “un osso duro”, “un avversario scomodo”. Chi può, deve intervenire per tutelare l’esempio che state consegnando all’Italia intera, a tutti coloro che vi leggono, vi seguono e, come me, vi vogliono bene.
Grazie per la splendida immagine delle periferie che state facendo emergere, grazie per aver dato dimostranza del fatto che Napoli non è solo camorra.
Grazie dal profondo del cuore da parte di una “napoletana polentona” alla quale avete insegnato la bellezza di quei luoghi riuscendo a farli entrare nel cuore fino a sentirli miei.
Un abbraccio a voi e alla meravigliosa Napoli.
Nonna Alberta