Una giornata pregna di suggestioni ed emozioni, diverse, contrastanti, tutte parimenti forti per la famiglia di Ciro Esposito, il tifoso del Napoli morto in seguito agli scontri verificatisi il 3 maggio 2014, nei pressi dello stadio Olimpico di Roma.
È il giorno del processo volto a fare chiarezza su quei fugaci e concitati attimi, risultati fatali per la vita del giovane tifoso napoletano.
Nell’aula bunker di Rebibbia ha avuto luogo un autentico processo-lampo a carico di Daniele De Santis. Il presidente della Terza Corte d’Assise, Evelina Canale, ha deciso per il rinvio al 27 ottobre dopo che nei giorni scorsi il Gup di Roma ha mandato a processo anche Alfonso Esposito, accusato con Gennaro Fioretti di aver aggredito De Santis.
In questo modo i tre – De Santis, Fioretti ed Alfonso Esposito – saranno giudicati in un unico procedimento.
Nelle prossime ore De Santis, tuttora agli arresti, sarà sottoposto a un nuovo intervento chirurgico in conseguenza delle lesioni riportate in quelle stesse circostanze. Stamattina, durante la brevissima udienza, gli avvocati difensori dell’ex ultras romanista hanno ottenuto dal giudice Canale il permesso a che gli anziani genitori di De Santis possano visitare il proprio figlio in ospedale, durante orari prestabiliti e piantonati dalla polizia. Gli avvocati delle parti hanno inoltre consegnato stamattina un lista aggiornata dei testimoni, ridotti a circa 35, secondo quanto richiesto dal presidente della corte nella prima udienza dell’8 luglio scorso.
“Ora più di prima – commenta l’avvocato Angelo Pisani, che con Sergio Pisani difende la famiglia Esposito – dobbiamo scendere tutti in campo, istituzioni, società civile, sportivi, tifosi e cittadini, per assicurare giustizia a Ciro e far vincere la verità contro la violenza e la criminalità, che nulla hanno a che vedere con lo sport. Tutti i responsabili devono pagare per questa tragedia, anche coloro che non hanno saputo garantire una adeguata organizzazione e la necessaria sicurezza ai tifosi azzurri”.