Sono ore dense di apprensione ed incredulità quelle che scandiscono la giornata odierna nel quartiere Fuorigrotta: è lì che l’attenzione dei media e delle forze dell’ordine si sta concentrando quest’oggi, per effetto di quanto accaduto ieri sera intorno alle 20.
Un agente è rimasto gravemente ferito, raggiunto da uno dei plurimi proiettili esplosi da alcuni pregiudicati che poco distante dalla stazione della cumana, in via leopardi, hanno dato luogo ad un autentico raid contro l’auto di due uomini che stavano prestando servizio in borghese.
Quello che emerge nelle ore successive al suddetto, ultimo e cruento episodio di stampo criminale è che la polizia non ha risposto al fuoco: questa la prima conferma che arriva dagli inquirenti che stanno indagando su quanto avvenuto nel quartiere Fuorigrotta. I rilievi effettuati hanno accertato che sono stati i malviventi a esplodere i proiettili, ma non c’è stata la risposta da parte delle forze dell’ordine. Gli agenti non hanno avuto neanche il tempo materiale di estrarre la pistola per farlo. Si è consumato tutti in pochi e rapidissimi attimi. Troppo veloci, troppo feroci.
L’auto civetta, una Fiat Panda grigia, sulla quale si trovava l’agente ferito con un collega, rimasto illeso, è stata poi crivellata di colpi, probabilmente esplosi dai malviventi al momento della fuga. Le indagini e gli accertamenti si sono protratti per l’intera notte e per diverse ore un elicottero della polizia ha sorvolato le strade del quartiere alla ricerca dei killer.
Le forze dell’ordine sarebbero sulle tracce del responsabile mentre è stato fermato il complice, un 28enne di Napoli con diversi precedenti di polizia per reati contro il patrimonio e stupefacenti ed è indagato per i reati di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Intanto le ricerche continuano senza escludere alcuna pista: alcuni agenti, tramite un gruppo su Facebook, chiedono la collaborazione della cittadinanza pubblicando nome e foto del presunto colpevole, all’interno del suddetto post si afferma anche chi ha sparato è scappato con la consorte a bordo di una Matiz. Indicata anche la targa.
Per risalire all’identità del colpevole, gli agenti della Squadra mobile di Napoli hanno ascoltato i testimoni e visionato le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona tutta la notte: ricerche a tappeto soprattutto nei rioni a ridosso del quartiere Fuorigrotta, dove è avvenuta la sparatoria. Restano intanto molto gravi le condizioni dell’agente ferito. I poliziotti, in abiti civili, erano in servizio probabilmente in un’operazione antiestorsione. Un’auto civetta della polizia crivellata di colpi, un sovrintendente della Mobile in gravi condizioni, una caccia all’uomo senza sosta per prendere i responsabili. Si sintetizza così la serata di paura e di sangue nel quartiere Fuorigrotta, alla periferia occidentale di Napoli.
Ancora tutta da chiarire la dinamica dell’episodio. Gli uomini erano in servizio, probabilmente in una operazione antiestorsione. L’auto della polizia, senza contrassegni – una Fiat Panda ultimo modello – era stata parcheggiata lungo la strada: quello che era un appostamento degli agenti, sulle tracce di uno o più malviventi, si è trasformato in sparatoria.
Al momento non è chiaro se i poliziotti siano intervenuti per bloccare una rapina o per altri motivi.
Il poliziotto ferito – colpito da un proiettile al collo e uno alla spalla – è stato subito trasportato nel vicino ospedale San Paolo, per poi essere trasferito al Cardarelli. La speculazione sulle condizione dell’agente, con tanto di macabri dettagli sulle modalità con le quali è maturato il ferimento, le lasciamo ai “reporter d’assalto”.
Quello che ci preme sottolineare è che un uomo, l’ennesimo uomo, uscito di casa per compiere il suo dovere è stato barbaramente trucidato lungo le strade cittadine notoriamente in balia dello scellerato e spietato libero arbitrio peculiare delle organizzazioni criminali.
Un epilogo annunciato, ampiamente e palesemente, dagli innumerevoli raid che si consumano quotidianamente e da settimane, lungo le strade del quartiere Fuorigrotta, dal Rione Traiano a Soccavo. Uno stato d’emergenza che rivendicava la messa in atto di un piano di sicurezza necessario e che probabilmente avrebbe potuto sventare il raid consumatosi ieri.
I media puntano il dito contro la puntuale omertà della cittadinanza, ma nessuno si chiede perché dopo il ferimento di un uomo di divisa, anche degli agenti fuori servizio si sono attivati per dare la caccia ai due malviventi, il questore Marino in primis è giunto sul posto e finanche degli elicotteri sono stati utilizzati per battere la zona e dare la caccia al killer.
Ma chi circola lungo le strade del rione Traiano, piuttosto che di Soccavo, durante “le notti di fuoco” in cui far scattare il coprifuoco rappresenta l’unico modo per mettere al sicuro la propria vita per la cittadinanza?