Erri De Luca: probabilmente rappresenta l’ultimo, grande e sincero baluardo del libero pensiero. Una bandiera ideologica che sventola su una nazione ormai assopita da mazzette, corruzione e in piena crisi. Corsi economica, di coscienza, di valori, di ideali.
Una figura scomoda quella della versatile anima partenopea e la condanna ad otto mesi di reclusione per istigazione al sabotaggio della tav richiesta dal pubblico ministero di Torino, lo comprova.
“Nelle interviste rilasciate pubblicamente ha commesso incitazione a commettere il sabotaggio. È indiscutibile che si debba concludere arrivando alla penale responsabilità dell’imputato riconoscendo comunque le attenuanti generiche per il comportamento processuale e perché non si è mai tirato indietro rispetto alle domande dell’accusa e del giudice”.
Alla vigilia si augurava che già oggi si potesse arrivare alla sentenza, ma così non è stato: la sentenza arriverà solo il 19 ottobre.
In un’aula gremita di sostenitori No Tav, la pubblica accusa ha parlato per poco meno di due ore ricostruendo la vicenda che ha portato a questo processo, quindi le interviste rilasciate all’Huffington Post e all’ansa, e in particolare le dichiarazioni: “La Tav va sabotata, ecco a cosa servono le cesoie, a tagliare le reti”.
De Luca ha commentato così la richiesta del pm: “Mi sarei aspettato il massimo della pena, invece sono stupito della differenza tra gli argomenti prodotti dall’accusa e un’entità tanto esigua della richiesta. Non sono un martire, non sono vittima, non uno cui è caduta una tegola in testa passeggiando, sono solo testimone di una volontà di censura della parola”.
Le reazioni da parte dei rappresentanti del mondo della politica non sono di certo mancate: “Da pm sto con Erri e quindi con la giustizia. Non si processa la cultura, non si arresta il pensiero libero!” afferma in un tweet il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris.
Il primo cittadino partenopeo non è stato l’unico ad avvalersi del “cinguettio” di twitter per palesare solidarietà allo scrittore.
Impazzano, difatti, in queste ore, messaggi introdotti dall’hashtag #IoStoConErri, nato ed ideato proprio per perorare la causa di De Luca.
Beppe Grillo, Cecilia Strada, Roberto Saviano, ma soprattutto migliaia di semplici cittadini, tantissimi giovani studenti sentono il bisogno di far sapere allo scrittore che questa non è solo la sua battaglia e che coloro che credono nella salvaguardia della libertà d’espressione, quale principio ispiratore alla base del viver civile e dell’ideologia, individuale e collettiva, non solo di un popolo, ma dell’umanità intera, non possono che auspicare che la giustizia faccia realmente il suo corso, scevra da condizionamenti politici ed economici, compiendo un doveroso passo indietro, pur di non compromettere l’evoluzione della popolazione.
Perché condannare Erri, vorrebbe dire regredire verso il dispotico bigottismo, rinnegando la storia e le conquiste maturate nei secoli, profanando le tombe di coloro che, in nome della libertà, hanno dato la vita.
#IoStoConErri