Una provincia divorata dalle fiamme: così appaiono due diversi frammenti dell’hinterland partenopeo, in virtù di due incendi di vaste dimensioni che hanno coinvolto nei giorni precedenti il parco nazionale del Vesuvio e in queste ore il puteolano monte Barbaro.
Un incendio, quest’ultimo, la cui matrice è apparsa dolosa fin da subito e sul quale stanno indagando le forze dell’ordine, divampato durante il pomeriggio di ieri e sedato dall’intervento del Corpo Forestale e i Vigili del Fuoco che con un canadir e un elicottero che hanno operato fino all’imbrunire. Successivamente il fuoco ha ricominciato a bruciare macchia mediterranea e sterpaglie dirigendosi verso la zona del Campiglione e in via Vecchia Luciano avvicinandosi ad un parco privato abitato da sette famiglie in prossimità di un bombolone del gas di 5mila litri. Finora sono andati distrutti più di 500 ettari.
Paura al Rione Toiano dove le fiamme hanno lambito una casa di cura, fino a coinvolgere Montesantangelo.
Ora i due monti che sovrastano l’area flegrea si presentano come due montagne nere ed è un spettacolo desolante. I cittadini residenti nelle zone limitrofe, ma anche a Pozzuoli e Arco Felice lamentano un’aria irrespirabile che ha iniziato a palesarsi durante la nottata, complice anche l’alto tasso di umidità.
L’incendio che ha ridotto in cenere fauna e flora vesuviane nei giorni precedenti non è stato meno devastante. Circa dieci ettari di macchia mediterranea distrutti dalla violenza delle fiamme. Ancora non è possibile fare una stima attendibile e precisa dei danni, mentre accertamenti sono in corso per stabilire le cause dell’incendio che potrebbe essere di origine dolosa, dal momento che sono stati rilevati almeno tre i punti di innesco segnalati in posti diversi.