Antonella Cilento torna in libreria con “La Madonna dei mandarini” pubblicato dalla neonata casa editrice NN Editore.
In questo romanzo breve, l’autrice napoletana esula dalle tematiche a cui ci ha abituato,ovvero il romanzo storico come in “Lisario” o “La Mammana”,per affrontare questioni d bruciante attualità raccontandoci le attività di un’associazione di volontariato che aiuta, al tempo della crisi, le famiglie in difficoltà.
Tutto accade a Napoli nell’arco di sei mesi, benché la storia narrata potrebbe accadere in qualunque città d’Italia: Statine, studente in medicina a carico della nonna, è fra i volontari di una piccola associazione cattolica che cura disabili e ragazze madri, diretta da Simone Mennella e finanziata da don Cuccurullo, parroco che sfoggia orologi costosi e vestiti alla moda. È una delle ragazze madri, Amalia, ad avviare la vicenda aggredendo Simone, ma sarà la presenza di Agata Sòllima, madre di uno dei ragazzi disabili, a dare corso agli eventi.
La Cilento si misura con una realtà difficile da raccontare e mette l’accento soprattutto sulle ombre che spesso gravano sulla galassia delle associazioni caritatevoli.
L’Associazione cattolica al Vomero, protagonista del romanzo è un’associazione “sgarrupata”con operatori poco specializzati che cercano di tenersi stretto il loro precario posto di lavoro,dirigenti che pensano esclusivamente ai loro interessi e alla propria vanità e pseudo-benefattori le cui donazioni sono in realtà una vasca dove lavare le proprie coscienze.E’il racconto di incolmabili dislivelli sociali e di quotidiane ingiustizie.
Personaggi ben tratteggiati,dialoghi brillanti sapientemente farciti dal dialetto napoletano,tratto caratteristico della penna della Cilento,trasformano il romanzo quasi in una pièce teatrale,dove l’ironia e la comicità si alternano a momenti più drammatici e intensi che lo rendono una lettura piacevole e mai banale.
Il titolo del romanzo prende spunto dall’omonima poesia di Ferdinando Russo che racconta di un “angiulillo” castigato da Dio,ma aiutato dalla Madonna che,nottetempo, gli porta conforto e una cesta di mandarini,sottolinendo dunque che la carità andrebbe fatta in silenzio,gratuitamente e lontano da qualsiasi forma di potere e non sbandierata come avviene per i personaggi del romanzo.