La giornata odierna in Campania ha avuto inizio con un’operazione della Dia che ha coinvolto 44 persone tra cui spicca il nome di Mario Minopoli junior, 36 anni, un driver di cavalli da corsa fama internazionale. Quest’anno ha vinto 93 delle 545 corse disputate tra le quali, in sulky a Maestrale Spin, il gran premio che a maggio ha inaugurato il nuovo ippodromo di Milano. Le due ultime vittorie domenica scorsa a Napoli. Frequenti anche le sue incursioni a Parigi dove doveva recarsi anche giovedì per guidare un suo cavallo all’ippodromo di Vincennes. L’arresto di Minopoli ha destato scalpore in quanto è allenatore e guidatore di numerosissimi proprietari napoletani tra cui stimati e noti professionisti. Tutta la sua famiglia, religiosissima, è impegnata nel trotto: dal papà Salvatore ai fratelli Vincenzo e Ferdinando. Sempre in prima linea anche nella difesa dell’ippica, Mario Minopoli è stato recentemente colpito da un singolare provvisorio provvedimento di daspo (prevedeva la richiesta di un permesso per entrare all’ippodromo nei giorni di corse) comminato a tutti i driver che avevano occupato per qualche minuto la pista di Cesena per una manifestazione di protesta.
Minopoli è accusato di contatti con la famiglia Russo, quella del famigerato Peppe ‘o padrino, a sua volta collegata al clan di Francesco Sandokan Schiavone. Avrebbe condotto Madison Om, il cavallo di fatto di proprietà di Massimo Russo, in uno scenario investigativo ancora tutto da mettere a fuoco. Ad onore del vero, l’inchiesta condotta dal pool anticasalesi – guidato dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli – verte su ben altre questioni: in primis, sul racket delle estorsioni, in particolare, si sta cercando di far luce sul monopolio dei videopoker e delle slot machine imposto con violenza mafiosa dal clan Russo-Schiavone su decine di esercizi commerciali di Napoli, Caserta e Salerno. E non è tutto: sotto i riflettori anche la distribuzione del caffè, la gestione delle sale bingo, ma anche attività di ristorazione, tipografie e gli investimenti nel settore dei cavalli da corsa.
Un’indagine che potrebbe infliggere una dura stangata al clan, in termini numerici: 44 ordinanze di custodia cautelare; sequestrate cinque aziende nel settore della distribuzione dei giochi elettronici da intrattenimento; sigilli a un patrimonio da venti milioni di euro.
Colpita la famiglia Russo e decine di presunti affiliati. Decisive le immagini raccolte dalla Dia nell’ambito di servizi di appostamento, che hanno fatto emergere come la cosca ha imposto il monopolio del settore delle slot e dei videopoker.