Il 12 settembre il calendario cristiano celebra Santa Maria e tra le feste più suggestive che si snoccioleranno lungo l’intero stivale per l’occasione, senz’altro, quella che animerà l’isola verde, merita una menzione particolare, in quanto detentrice di una tradizione che si protrae da decenni e capace di attirare migliaia di pellegrini che faranno visita alla Chiesa che troneggia sull’isola dal punto più alto del Comune di Forio.
Ed ancora una volta in un luogo simbolo del culto della Madonna per la gente della intera isola d’Ischia si rinnoverà la tradizione nel segno della preghiera, della devozione e dell’aggregazione.
Gente di terra, contadini, umili ma con un forte senso dell’amicizia. E così trascorrevano le giornate a giocare a carte, a cercare funghi, a raccogliere legna per cucinare ma anche per accendere il tradizionale falò a Punta Callotta per salutare dall’alto Forio e “comunicare” con quelli che erano rimasti in Paese. Non c’era il telefono e men che meno il telefono cellulare, l’acqua era quella della cisterna raccolta durante le piogge invernali e la luce, per i più fortunati, era quella dell’impianto a gas o del gruppo elettrogeno, ma per molti era ancora quella delle candele. Si saliva solo a piedi, scendendo da Serrara attraverso i Frassitelli ed il suggestivo tratto del Passaviento. Prima della cena, si recitava il Santo Rosario e si ascoltava la Messa e poi tutti insieme a tavola tra scherzi, battute, ricordi, racconti, canti, ritornelli, sfottò. Chi aveva la fortuna di avere la casa o di essere ospite di qualche amico saliva qualche giorno prima della festa per i preparativi, per l’addobbo della Chiesa, ma i più salivano la notte prima della festa e trovavano rifugio nelle selve adiacenti la Chiesa. Non si dormiva, il gioco preferito era quello di svegliare chi tentava di addormentarsi, magari con una bella “cuscinata” e cominciava la battaglia. All’alba suonavano le campane: era il giorno della Festa. E la giornata trascorreva nel segno dell’accoglienza, dell’Amicizia, della tradizioni, del Culto della Madonna. In Chiesa si susseguivano le Celebrazioni eucaristiche ed a mezzogiorno la Processione fino a Punta Callotta con il Santissimo Sacramento, il canto del Regina Coeli e la Benedizione.
Intanto il solito gruppo si preoccupava di preparare il pranzo per tutti quelli che salivano, le famiglie nelle Selve organizzavano il barbecue e si giocava, si rideva. Poi nel pomeriggio la gente cominciava a ridiscendere il pendio per ritornare in Paese e veniva un po’ di malinconia. Negli ultimi anni Bartiluccio aveva avuto la bella idea di una gara podistica dal Centro del Paese a Santa Maria al Monte e da qualche anno questa bella tradizione è stata ripresa. Poi la Sera del giorno di festa il falò di Punta Callotta era più grande, era l’ultimo, il giorno dopo ci sarebbe stata l’ultima messa di ringraziamento ed anche noi saremmo tornati a casa, di lì a poco sarebbe cominciata la scuola.
Ancora oggi la tradizione continua, altri amici continuano ad animare i giorni di Festa, con altrettanto entusiasmo, i tempi sono cambiati, ma l’energia ed il richiamo che viene da quella Chiesa per molti di noi è rimasto quello di un tempo. Sarà la nostalgia, saranno i bei ricordi della nostra infanzia, sarà la devozione alla Madonna, sarà la voglia di trasmettere una bella tradizione ai nostri figli, ma è sempre bello ritornare in quella Chiesa su quel Monte.
È così che sulle pagine di “Ischia News” un abitante dell’isola verde racconta emozioni, ricordi e tradizioni legate a questa sentita e partecipata ricorrenza.