Cara icona dell’Italia che va a rotoli,
Volevo ringraziarti per non aver perso l’ennesima occasione utile per dimostrare la tua frivola e scialba essenza da cyberbulla, sempre pronta a sparare sentenze e giudizi su rotolini, buchi di cellulite, outfit, atteggiamenti adorni di sfumature di superficialità di vario genere e natura, non disdegnando, poi, di esibire finto buonismo e sentimentalismi di circostanza, al cospetto delle vicende di cronaca nazionale ed internazionale più in voga del momento. Del resto, “fa parte del gioco” gettarsi a capofitto sulle notizie più battute per essere sempre sul pezzo e rimanere sulla cresta dell’onda.
Tuttavia che il tuo nome debba essere sinonimo di “firma autorevole” in materia di giornalismo, svilisce ed umilia la credibilità professionale di una categoria che fonda credo ed ideali sui “fatti” e non sulla “sostanza”.
Il tuo compulsivo ed ossessivo bisogno di ostentare un’esilarante comicità, a tutti i costi, anche a costo di cadere in scivoloni imbarazzanti, pur di ringalluzzire le tue quotazioni in borsa, assicurandoti una salda e perenne fetta di visibilità, ti sta decisamente facendo sfuggire la situazione di mano.
Di certo, ironizzare su un “mostro sacro” del cinema come Johnny Deep solo per l’aspetto fisico esibito, per giunta, con estrema semplicità e disinvoltura, ai fotografi presenti a Venezia, non ti rende la donna moralmente saggia che hai ostentato di voler essere, soprattutto bacchettando “la tua rivale” Belén Rodriguez quando ha adottato comportamenti simili.
Che si tratti di un’adolescente in sovrappeso o di una star del cinema internazionale la sostanza non cambia: consegnare analoghi esempi, in particolare alle nuove generazioni è un atteggiamento che non può mai e in nessun caso suscitare l’ilarità degli esseri pensanti.
In questo caso, la replica più lungimirante ed esaustiva, ti viene consegnata da un’altra icona di genere: Salvatore Esposito, alias Genny Savastano, un altro “signor Attore” capace, grazie a “talento”, “spirito di sacrificio” e “professionalità” – concetti necessariamente ignoti ad una “dilettante allo sbaraglio” – di andare incontro ad una trasformazione analoga, complessa, necessaria per confezionare un successo oggettivamente inattaccabile.
Salvatore non è “un personaggio” che ha conquistato la notorietà grazie alla partecipazione ad un reality-show piuttosto che per merito del focoso flirt estivo con la celebrità di turno.
Salvatore ha dimostrato di possedere gli attributi, quelli necessari per testare di quanta forza dispongono le proprie gambe e decidere di basarsi su quelle per “brillare di luce propria”. Una carriera nata lavorando in una nota catena di fast food, quando il desiderio di rivalsa lo ha spinto a mollare tutto per giocarsi la sua grande opportunità. Un’opportunità costruita e conquistata grazie allo studio, alla gavetta e soprattutto a quell’umiltà che puntualmente sa rivelarsi l’arma in più di chi sa distinguersi, non “per come appare”, ma per quello che è.
Salvatore, oggi, non è un “personaggio celebre”, ma un attore famoso e soprattutto stimato ed apprezzato.
“In questi giorni molti si sono interessati alle condizioni fisiche di Johnny Depp . Il “male” che ha ridotto così il grande Attore Americano è noto come “Lavoro dell’Attore sul personaggio” . In Italia è molto rara questa “malattia” e ciò spiega il clamore/scalpore creato dall’aspetto del grandissimo Attore Americano …”
Ha proprio ragione Salvatore, l’Italia patisce una profonda “crisi di talenti” e la tua notorietà ne rappresenta la triste riprova.