Il programma offrirà un calendario di otto appuntamenti che consentiranno al pubblico di vivere in modo speciale luoghi d’eccezione, mai utilizzati prima d’ora nel teatro: fabbriche dismesse, cantieri navali, cantieri siderurgici, laghi, la riserva di caccia del re nei pressi della zona “Fusaro”, antiche ville di coloni e possidenti e istituti scolastici. Siti densi di una miriade di vicende, fatti di cronaca, personaggi e realtà sociali, non puramente casuali che raccontano una storia recente a noi più vicina: quella del secolo scorso riavvicinandoci ad un mondo, quello di Torregaveta e dei Campi Flegrei, in cui da sempre Mimmo Borrelli ambienta tutte le sue storie.
Efesto è il Dio greco della tecnica, del fuoco, della metallurgia, dell’invenzione e dell’ingegneria. Un Dio abbandonato dai suoi stessi genitori perché deforme. Un artigiano dal brutto carattere, “n’dice manc na’ parola”, ma con grandi e forti spalle che sopportano il lavoro, sempre svolto con impareggiabile perfezione. Uomo silenzioso e burbero che nelle viscere del suo vulcano, tra il fuoco e la lava, crea gioielli preziosi e raffinati per gli altri Dei. La sua figura ricorda quella di tanti giovani flegrei, geniali e armati di testardaggine. Giovani che come vulcani sopiti sono pronti a dare sfogo al magma ardente ed informe che si portano dentro. E’ con questo spirito che nasce il nome del Festival dei Vulcani, dalla fusione tra le parole Efesto e Festival per restituire un messaggio di energia e vitalità. Tutta l’organizzazione è affidata al lavoro di circa 50 giovani under 35 coinvolti sin dallo scorso gennaio nei diversi laboratori e nelle attività di accoglienza, biglietteria, marketing e management di eventi culturali.
Il Programma
Per la sua prima edizione, Efestoval accoglierà spettacoli che sono dei veri gioielli del teatro d’autore; testi maturati dopo un lavoro di ricerca condotto dai rispetti autori, capaci di recuperare forme sonore, idiomi, linguaggi, ambientazioni e luoghi che costituiscono il cardine della loro drammaturgia. Spettacoli che parlano di un particolare per arrivare all’universale, allestiti in luoghi capaci di esaltarne i contenuti e i significati.
Il Festival ha aperto con un’anteprima, sabato 5 settembre (ore 20.30): il Direttore Artistico Mimmo Borrelli a ha portato in scena la sua lettura “Napucalisse” presentata a luglio al Napoli Teatro Festival, canto di struggente intensità e alta poesia in cui l’autore-attore flegreo racconta la storia dell’amato e odiato Vesuvio e traccia una comunanza tra il vulcano e l’uomo napoletano. Efestoval non poteva che iniziare così. A fare da sfondo a questo spettacolo, accompagnato dalle musiche di Antonio Della Ragione, il panorama straordinario che abbraccia il Lago Miseno e il mare visibile nel Parco Cerillo, area verde quasi incontaminata, incastonata nel contesto urbano di Bacoli, oggetto di un’eroica opera di riqualificazione condotta dalle stesse associazioni che organizzano Efestoval.
Mercoledì 9 e giovedì 10 settembre primo vero e proprio appuntamento con Efestoval: “Capatosta” con Gaetano Colella e Andrea Simonetti per la regia di Enrico Messina, una produzione Crest – Teatri Abitati (ore 20.30). È il racconto dell’incontro, in uno spogliatoio dell’Acciaieria di Taranto, tra uno “storico” operaio ed un giovane laureato in economia assunto, come tanti, per sostituire il padre morto di tumore. Lo spettacolo approda a Napoli nello spazio più adeguato: il Circolo Ilva di Bagnoli. Non ci sono solo l’Ilva e Taranto nelle parole dei protagonisti: ci sono i danni del boom economico all’italiana, il sindacato, la guerra tra il lavoro e la salute, la lotta di classe o l’idea della lotta perché la classe non c’è più, la quotidianità disillusa, ma anche i sogni e i progetti, quelli dei figli ma anche, e ancora, quelli dei padri. Bagnoli e l’Ilva rappresentano tutto questo, per Napoli e per la Campania. Ed il Circolo Ilva di Bagnoli, realtà che conta circa 2000 soci – molti dei quali ex operai dell’Italsider – ospita quotidianamente questa simbiosi tra il passato e il presente.
Domenica 13 settembre (alle ore 20.30) sarà la volta di Mario Perrotta e della sua “Odissea”, prodotto dalla Compagnia del Teatro dell’Argine: un monologo che incrocia mito e quotidiano, accorciando le distanze tra Itaca e il Salento, per portare in scena la rabbia di un giovane di oggi, un “Telamaco contemporaneo” stanco di attendere il padre e di sentire i commenti di tutta quella gente che nel bar della piazza si ritrova a parlare di lui, della sua presunta follia e della sua famiglia mancata. L’Odissea di Perrotta, accompagnata dalle musiche originali eseguite da Mario Arcari e Maurizio Pellizzari, sarà raccontata nell’hangar del Cantiere Navale Postiglione, luogo-testimonial che durante le guerre mondiali vide protagoniste le lavorazioni di missili e testate nel Silurificio di Baia. A fare da sfondo la splendida “Joyette”, storica imbarcazione velica costruita nel 1907 attualmente in fase di restauro nel Cantiere.
Martedì 15 settembre Efestoval approda in uno dei luoghi più suggestivi, palcoscenico per nulla convenzionale. Vincenzo Pirrotta porta in scena il suo “N’gnanzoù – Storie di mari e di pescatori” (con musiche dal vivo di Mario Spolidoro), su una piattaforma al centro del Lago Miseno, lacuna salmastra centro geografico simbolico di Bacoli, con il pubblico ad assistere sul bar galleggiante “Roof & sky” (ore 20.30). “N’gnanzou'”, parola onomatopeica che in realtà è il suono prodotto dai pescatori siciliani nel momento del ritiro delle reti, diventa l’occasione per raccontare storie, vicende e personaggi di una comunità di pescatori. Storie di mare, di sole e di luci mediterranee tra miti e realtà, frutto di una ricerca che Vincenzo Pirrotta ha svolto tra i tonnatori e i ‘raisi’ di Favignana e di Trapani mentre aspettano il passaggio dei tonni che dall’oceano entrano nel Mediterraneo per la stagione degli amori e per deporre le uova.
Martedì 22 e mercoledì 23 settembre (ore 20.30) la compagnia milanese MOM porta in scena il suo “WOW”: wonderful odd world”, spettacolo nato dallo studio del testo “Alice nel paese delle meraviglie” di Lewis Carrol, per la regia di Simona Colombo (con Simona Colombo, Luca Confortini, Claudia Facchini, Andrea Riva De Onestis, Paolo Tarozzi e Monica Vignetti). Alice è il pubblico, che giunto in luogo, in un giorno apparentemente come gli altri, entra in uno dei possibili “mondi delle meraviglie”, per poi sparire ancora nella città. Tutti i personaggi che Alice incontrerà stanno cercando di fare o di partecipare ad uno spettacolo. Si assisterà ad una metafora del teatro, di cosa significa “produrre teatro”. Anche in questo caso la scelta del luogo non è casuale: la sala teatrale della scuola media Paolo di Tarso, unico teatro presente a Bacoli, spazio dove dagli anni ’60 hanno trovato casa le compagnie amatoriali locali e nel quale, è il caso di ricordarlo, negli anni ’70 è approdata una delle più straordinarie esperienze della scena del Novecento, il Living Theatre. Infine, la chiusura della rassegna spetterà a un grande amico dei Campi Flegrei e di Efestoval: Enzo Moscato, che insieme a Cristina Donadio e Giuseppe Affinito allestirà sabato 26 settembre (ore 20.30) il suo “Patria Puttana” in quello che fu il casino di caccia di re Ferdinando IV di Borbone: il Parco Vanvitelliano del Fusaro. Efestoval – Festival dei Vulcani è stato ideato nell’ambito del progetto Flamma Ventus: Giovani indigeni di una terra ardente presentato dalle tre associazioni Marina Commedia, IoCiSto e Luna Rossa, espressione di quel terzo settore attivo sul territorio che rappresenta il motore ed il nucleo centrale per promuovere processi di sviluppo e coesione sociale.
Il progetto è finanziato dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio civile nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed è uno di quelli scelti tra le tante proposte pervenute in risposta all’Avviso pubblico “Giovani del no-profit per lo sviluppo del Mezzogiorno”.
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