Sono già trascorsi 21 anni da quel settembre che accolse l’ultima pellicola animata dal talento di Massimo Troisi.
Nella placida isola di Salina, Mario Ruoppolo inizia la sua attività di postino “speciale”, chiamato a recapitare la fitta corrispondenza diretta a un eminente personaggio, da poco rifugiatosi sull’isola. Si tratta del famoso poeta Pablo Neruda, con il quale Mario stringe una profonda amicizia che lo porta ad amare la poesia e ad avvicinarsi al comunismo. Massimo Troisi e Philipe Noiret sono i due protagonisti de Il Postino diretto da Michael Radford, presentato per la prima volta al Festival del cinema di Venezia, proprio nel settembre del 1994, poco più di tre mesi dopo la scomparsa di Troisi. Una corrispondenza di eventi che consegna a questa pellicola le fattezze del testamento spirituale dell’attore di San Giorgio a Cremano. Troisi vi ha lavorato spendendo tutte le sue energie, provate dai problemi cardiaci che lo avevano costretto a utilizzare una controfigura (Gerardo Ferrara, incredibilmente somigliante) per le riprese più faticose. Il film, girato in gran parte sull’isola di Procida, conquista pubblico e critica negli USA, ottenendo cinque nomination agli Oscar e ricevendo tuttavia una sola statuetta per la colonna sonora firmata da Luis Bakalov.
La sceneggiatura del film, cui ha collaborato anche Troisi, è ispirata al romanzo Il Postino di Neruda di Antonio Skàrmeta. Con Il Postino, il talento di Troisi (doppiato nella versione inglese dal grande Robert De Niro) si afferma anche oltreoceano, testimoniato dal record d’incassi a livello mondiale, tra i maggiori della storia del cinema italiano.
Mario Ruoppolo abbandona la scena cinematografica gettandosi sul funereo letto dell’eterno riposo, recitando un epilogo analogo a quello che il destino ha scritto nel copione della vita di Massimo Troisi.