Ricorre il 5 settembre l’anniversario della morte di madre Teresa di Calcutta, data scelta dall’assemblea generale delle Nazioni Unite, come Giornata internazionale della carità.
Si ricorda così la donna che al mondo ha dato testimonianza di amore, seguendo l’esempio evangelico di Cristo. Dedita a chi aveva più bisogno, Madre Teresa aiutò i poveri del mondo, lenendo le loro sofferenze. La piccola suora ha cercato nella sua vita il contatto quotidiano con le periferie, insegnando al prossimo che la salvezza si nasconde nella carità.
Espressione di una Chiesa povera che dona invece di chiedere per arricchirsi, la suorina di Calcutta ha reso omaggio con la sua stessa esistenza, al servizio e alla dedizione in opere di misericordia. Obbediente al comandamento di Cristo, Madre Teresa di Calcutta ha sempre trovato ispirazione e forza in Lui. Mai paga di pregare, la religiosa ha dimostrato che l’amore non è superfluo.
Insignita del premio Nobel, l’11 dicembre 1979, la Madre affermò: “Non siamo veri operatori sociali. Forse agli occhi della gente svolgiamo un lavoro sociale, ma in realtà siamo contemplative nel cuore del mondo; infatti tocchiamo il corpo di Cristo ventiquattro ore al giorno”.
Ogni volta che guardiamo l’immagine di Madre Teresa, ci viene ricordato che la carità è a servizio del bene, che vede oltre i bisogni materiali. Di tutto questo, Madre Teresa è stata un esempio convincente, non è un caso che sempre ripetesse: “Dio ha identificato se stesso con l’affamato, l’infermo, l’ignudo, il senzatetto; fame non solo di pane, ma anche di amore, di cure, di considerazione da parte di qualcuno”.
La piccola donna di Calcutta, capace di dialogare pacificamente col sorriso, con i più potenti del mondo, ci ha lasciato un’eredità spirituale da coltivare in tempi di violenza e degenerazione.