Fino a qualche anno fa rischiava la vita, oggi racconta in musica la sua giovinezza, trascorsa tra onde, pesci, vento, buio e tempeste.
Odia il mare Mihretu Ghide, perché si è “mangiato” tanti suoi amici, e continua a mangiarsi molti suoi connazionali. Originario di Asmara in Eritrea, come racconta in questo video, rassegnato, dichiara che non si può immaginare quanta forza fisica e di volontà gli siano state necessarie al raggiungimento dell’altra sponda, durante le sue lunghe traversate: “Ho visto il mare separare coppie che avevano nel cuore il forte legame dell’amore, bambini e neonati affogare e diventare cibo per gli animali che nel mare vivono. C’erano giovani che morivano e gli altri erano sempre più stanchi”.
E ancora: “Ci si sente davvero soli, col vento forte che ti spinge tutto il giorno”. Anche una volta arrivati a riva, non si riesce a camminare, ma tutto ciò che si può fare è buttarsi sulla sabbia e addormentarsi in pace.
Nonostante i 1000-1200 dollari pagati per la traversata e le quantità di cibo portate sui barconi, a un certo punto le provviste finiscono, le tempeste vincono.
Il cantautore e musicista, rifugiato politico in Italia dal 2008, si esprime attraverso la sua arte in tigrigno (la lingua della sua etnia) e inglese e suona il krar.
L’ensemble italiano “Panacea”, formato da Michele Longo e Casimiro Erario (due musicisti salernitani che si son creati nel 1998), ha deciso di sensibilizzare l’opinione pubblica accompagnando in giro per i palchi il giovane Mihretu.
Da questa collaborazione è nata “Zemen” (https://www.youtube.com/watch?v=Kjo0UxHSd2g), una canzone che parla delle trentasei ore in mare che hanno profondamente segnato l’eritreo, della morte del suo migliore amico e del suo essere miracolosamente sopravvissuto. L’omonimo album musicale è uscito il 31 dicembre 2014. Dopo aver insegnato biologia e inglese a Port Sudan, Mihretu si è interessato all’Italia, dove è approdato dopo aver attraversato il mare una seconda volta, e ha imparato la nostra lingua e cultura.
Grazie all’accoglienza di Olevano sul Tusciano (a circa 20 km da Salerno), il trentaseienne si è sposato sabato scorso con la sua compagna Sara. Si sono conosciuti nel porto di Salerno, dove lui lavora come mediatore culturale e lei assiste gli immigrati.
Tra gli eventi in cui si è esibito, lo Yap Fest 2015 durante la Great Night – Africa a Roma lo scorso 24 luglio.