Il Napoli gioca bene, fraseggia, domina il primo tempo dimostrando ancora una volta grande qualità in attacco, ma alla fine recrimina per un pareggio frutto di una sciagurata difesa che deprime quanto di buono maturato nell’arco di 55 minuti di gioco. La partita si mette subito bene grazie a Insigne, che delizia il pubblico con giocate sopraffine e ad un ispirato Pipita che finalizza quanto di buono fatto dalla squadra. La Sampdoria soffre il palleggio del Napoli e non punge nonostante l’enorme qualità del duo offensivo, che alla lunga, però, si rivelerà letale. Il primo tempo premia i partenopei con un doppio vantaggio meritato e frutto di bel gioco, verticalizzazioni, fraseggio corto e soprattutto grande ritmo in fase di non possesso. Il lavoro fatto dal nuovo staff inizia a produrre i frutti sperati. Purtroppo le note positive si interrompono negli spogliatoi e all’inizio della seconda frazione di gioco entra in campo un Napoli più dimesso, ma soprattutto un’altra Sampdoria.
La ripresa evidenzia tutti i limiti di squadra lasciando riemergere i vecchi difetti di rafaeliana memoria. La difesa gira a vuoto, il centrocampo arretra, perde campo e soprattutto crolla fisicamente. La Samp ci crede e alza il baricentro iniziando a creare parecchi grattacapi con Muriel ed Eder che creano scompiglio alla coppia dei centrali partenopei. A proposito della difesa, è doveroso l’ennesimo disappunto nei confronti della società, la cui approssimazione costringe Mr Sarri a riproporre i 3/4 della difesa della passata stagione, con un Albiol inguardabile, un Koulibaly ancora acerbo e un Maggio oramai inadatto in fase di spinta e di sovrapposizione. L’unico che si salva resta Hysay che da buon soldatino risponde ai dettami tattici del nuovo allenatore. La Samp ci crede, Eder e Muriel diventano incontenibili, e gettano le basi per la rimonta iniziata con la concessione di un dubbio rigore da parte di Gervasoni. Neanche cinque minuti e la scena si ripete. Eder scatenato sfrutta un errato disimpegno del centrocampo azzurro, si invola sulla sinistra si fa beffe di entrambi i centrali partenopei bucando un incolpevole Reina sul secondo palo. La frittata è compiuta; in cinque minuti riemergono tutti i fantasmi del passato, ma soprattutto viene distrutto quanto di buono fatto sino a quel momento.
I blucerchiati ci credono, Muriel ritrova la gamba e fasti di Udine sfoderando serpentine che ricordano il vero Ronaldo e solo un superlativo Reina evita la sconfitta e la depressione a tutta la piazza. Nell’ultimo quarto d’ora non succede più nulla anche a causa del caldo eccessivo e della condizione fisica non ancora ottimale per entrambe le contendenti. L’asse dell attenzione si sposta sul mercato, laddove le ultime 24 ore dovrebbero regalare il tanto agognato rinforzo ad un centrocampo numericamente e qualitativamente carente. La parola passa alla società che ancora una volta non completa una rosa che potrebbe regalare ben altre soddisfazioni ai tifosi, stante un attacco atomico e un trio di centrocampo di ottima qualità. Il migliore: Higuain e Insigne ex-aequo sfoderano una prestazione super, fatta di concretezza, estro e giocate di alta scuola. Voto 7,5. Il peggiore: Raul Albiol. Da lui ci si attende disciplina tattica e leadership difensiva, invece si cimenta in grossolani errori che causano un rigore e provocano il pareggio sampdoriano. Forse sopravvalutato, dovrebbe sedere un po’ in panchina. Voto 4,5.