Pompei continua a far parlare delle sue antiche bellezze. Nel giorno dell’anniversario dell’eruzione del Vesuvio che il 24 agosto del 79 d.c. coprì la città di Pompei, viene riportato a nuova luce l’Adone ferito, grazie ai proventi del libro di Alberto Angela “I tre giorni di Pompei” (Rizzoli Editore).
L’affresco conservato nell’omonima casa di via di Mercurio, dopo il restauro durato tre mesi e costato ben 20mila euro, torna cangiante sotto gli occhi dei visitatori. Il dipinto collocato sulla parete del piccolo giardino della domus, è una megalografia di IV stile pittorico, raffigurante Adone che muore tra le braccia di Afrodite, al centro di due gruppi statuari di Chirone e Achille.
La storia raccontata sulle pareti rappresenta un mito carico di Amore e Morte: Adone viene ferito infatti da un cinghiale, per volere di Ares, geloso della sua amante Afrodite. L’affresco, nonostante un’adeguata copertura, presentava distacchi murari e sollevamento della pellicola pittorica, motivo per cui si è resa necessaria l’opera di restauro.
Il dipinto parietale inizialmente posto in una delle camere da letto della Domus, allora per questa ragione denominata ‘Casa della Toeletta di Ermafrodito’, fu scoperto tra il 1838 e il 1839. Sarà nuovamente visibile al pubblico appena termineranno gli interventi di restauro dell’intera casa, attualmente in corso.