Non ci sarebbe niente di male nel creare una famiglia in cui i coniugi appartengono a due culture diverse, anzi, sarebbe costruttivo per gli eventuali figli, che crescerebbero in un ambiente di mentalità aperta, oltre che esemplare per chi ne viene a conoscenza dall’esterno. Il confronto e le discussioni magari sarebbero più presenti rispetto a quelle di una coppia in cui entrambi provengono dallo stesso ambiente, ma, con l’ausilio di un po’ di buona volontà, si tratterebbe sempre di qualcosa di edificante.
Il problema arriva quando le percentuali di matrimoni misti aumentano a vista d’occhio (e di grafici), soprattutto in un periodo in cui gli spostamenti sulle coste europee (in particolare dall’Africa e dall’Asia) stanno crescendo vertiginosamente, e alcuni Paesi stanno chiudendo le frontiere. Facile continuare ad avere piede libero e raggirare l’ostacolo della legge, attraverso l’escamotage di un’unione falsa, che di amore vero possiede ben poche caratteristiche.
Il matrimonio non è un baratto di permessi di soggiorno e cittadinanze: su questo sta indagando la Sezione Antiterrorismo della Questura di Roma. Anche perché, nello stesso modo, potremmo ritrovarci in mezzo a terroristi. Italiani indigenti sarebbero stati convinti in maniera subdola da alcuni immigrati, al fine di ottenere i documenti per poter calpestare il suolo del Bel Paese ancora per un po’. Una rete clandestina riceverebbe denaro dagli stessi migranti, con cui pagherebbe alla futura sposa un viaggio con la destinazione del Paese d’origine del migrante, in cui avverrebbe il matrimonio, in seguito riconosciuto in Italia.
Una donna di trentatré anni, intervistata dall’Ansa, ha raccontato la sua storia: ha bisogno di soldi, occupa un appartamento a Roma e ha una figlia piccola da sfamare; ha accettato novemila euro per un accordo di questo tipo, in cui (e non sarebbe la prima volta) le viene pagato un viaggio per Il Cairo, giusto quelle poche settimane necessarie all’organizzazione del matrimonio con un extracomunitario sconosciuto. È al suo terzo matrimonio, dopo un contratto firmato con un transessuale brasiliano.
Ma ci sarebbero molti altri esempi di storie analoghe, come quella dell’italiano sposatosi in Iran con una donna dell’Eritrea.
Ci sono sempre stati e purtroppo sempre ci saranno alcuni matrimoni di interesse ma, in periodo di crisi, essere marito/moglie sta diventando un vero e proprio mestiere con contratto a tempo determinato.