Oltre ad essere una terra magica, ricca di colori e profumi unici e inconfondibili, l’India è anche teatro di orribili storie, quella parte del Paese che la rende proprio l’India degli orrori, un paese tribale.
E’ questo il caso che vede protagonista Phool Jehan, una giovane 17enne, uccisa e decapitata dai suoi fratelli per una storia d’amore che la famiglia della ragazza non gradiva. Gul Hasan di 25 anni e Nanhey Hasan di 20, avevano ordinato alla sorella minore di cessare immediatamente quella relazione considerata da loro “disonorevole” probabilmente per l’età dell’uomo, forse perché si trattava di un loro lontano cugino. Fatto sta, che ai due non importava nulla che il resto della famiglia approvasse quell’amore tanto da riunire le due famiglie e celebrare la relazione consacrandola con il ‘nikah’ (contratto di matrimonio islamico). Semplicemente loro non erano d’accordo, per questo hanno deciso di portare alle estreme conseguenze la loro ostinata e assurda volontà.
La relazione fra la ragazza e il suo fidanzato, Mohammad Achchan, andava avanti da tempo nel distretto di Shahjahanpur, al punto che le due famiglie si erano riunite per ufficializzare quanto prima il ‘nikah’. Tutto sembrava svolgersi normalmente, se non fosse che due dei quattro fratelli della giovane, hanno denunciato che si trattava di un accordo “disonorevole” e che la relazione doveva essere interrotta. Il dissenso aveva anche provocato una furiosa lite, e la giovane, duramente picchiata, era fuggita a casa del suo fidanzato, qui è stata raggiunta dai fratelli che le hanno categoricamente intimato di andare con loro. Al nuovo rifiuto, Phool e’ stata trascinata fuori dalla casa a forza, picchiata nuovamente in pubblico senza che nessuno intervenisse o chiamasse la polizia, e brutalmente decapitata con due coltellacci.
Purtroppo anche questa è l’India, o forse il peggio di questa tragica vicenda deve ancora arrivare, in quanto i media locali riferiscono a questo punto che non soddisfatti completamente del loro gesto, i due assassini hanno portato a mo’ di trofeo la testa per le strade del villaggio, rivendicando il ‘delitto d’onore’ e sostenendo che si trattava di “una lezione per tutte le giovani che decidono di scegliere l’amore”.
La notizia è da brividi, ma ciò che aggiunge ancora più orrore e sgomento è rappresentato dall’indifferenza di tutti quelli che hanno visto l’excursus dell’aggressione, la decapitazione, quelli che hanno visto i due esultare con la testa della sorella in mano. Solo dopo tutto questo scempio, qualcuno ha chiamato la polizia che ha arrestato uno solo dei due fratelli. L’altro, con la testa della sorella, è riuscito a fuggire ed è tutt’ora latitante.
L’India vuole essere un grande Paese e ne avrebbe tutte le potenzialità, se solo il governo indiano agisse più duramente, e qualcuno iniziasse un grande lavoro culturale per cambiare l’atteggiamento di un popolo che troppo spesso si dimostra irrispettoso (a dir poco) dei diritti minimi e fondamentali dei più deboli, donne e bambini in primis, tanto che secondo l’Indice di disuguaglianza di genere del 2014 pubblicato dal Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Undp), l’India è tra i fanalini di coda (132/o posto su 148 considerati).