Villa di Napoli: I vigili urbani del nucleo tutela patrimonio artistico hanno sequestrato la villa di origini normanne, da tempo abbandonata nel degrado e saccheggiata ripetutamente dai ladri. Fino a qualche settimana fa, infatti, qualcuno è riuscito a portare via un ricco bottino: maioliche, infissi, reperti archeologici. Il resto è totalmente in stato di abbandono. Al momento si attende che tale provvedimento di sequestro sia convalidato dal gip.
Villa di Napoli sorge sui resti di una cubula arabo-normanna, nello storico quartiere Cuba-Calatafimi di Palermo. La seicentesca Villa Di Napoli ha subito nei secoli diversi ampliamenti e rimaneggiamenti, fino a giungere all’attuale struttura con una regale scalinata a doppia rampa sulla facciata, per l’accesso al piano nobile. Un vero e proprio gioiello architettonico, nostro patrimonio, appartenuto a varie famiglie aristocratiche e borghesi, l’ultima delle quali le diede il nome definitivo nel 1730.
Una villa meravigliosa, un gioiello dell’architettura seicentesca, al contempo divenuto uno scempio. Una sorte toccata a tanti palazzi palermitani di pregio, che i discendenti dei nobili casati decaduti non potevano più mantenere. Nel 1991 i Di Napoli la cedettero alla Regione Siciliana. La soluzione migliore (in teoria) per salvaguardare la struttura, proteggere le palme, l’agrumeto e il gigantesco ficus del giardino, nonché restaurare i saloni, la chiesetta annessa e gli affreschi dal grande pittore Vito D’Anna, ormai quasi cancellati.
Purtroppo l’epilogo non è stato quello sperato, a 24 anni dalla donazione, la Villa è ancora lì, ridotta a un relitto, guardata con indifferenza. Chiusa al pubblico, cadente, offesa nella sua dignità storica e nella sua magnificenza architettonica. E naturalmente oggetto degli immancabili sciacalli, come prevede un copione tutto all’italiana. Nel tempo è stata abbandonata a se stessa ma sfortunatamente anche ai vandali, che hanno portato via infissi di porte e finestre, maioliche settecentesche, reperti archeologici custoditi in un magazzino, acquasantiere d’epoca e ogni sorta di elemento decorativo o d’arredo.
Gli ultimi furti risalgono allo scorso luglio: per questo i vigili urbani del nucleo tutela patrimonio artistico si sono visti costretti ad apporre i sigilli per “sequestro preventivo”. E così la triste storia si ripete ancora una volta, dopo Villa Rossi, a Tommaso Natale, e tante altre dislocate in tutta Italia, vengono posti i sigilli a un altro pezzo di storia, la stessa da poco riconosciuta come bene Unesco.