Un ferragosto incandescente quello consumatosi lungo le coste delle località balneari. Ancor più concitate e non solo per effetto delle temperature elevate, si sono rivelate le ore trascorse lungo le strade della periferia partenopea, macchiatesi nuovamente di sangue ed ancora una volta al culmine di liti scaturite nell’ambito familiare.
Alfonso Petrone, un napoletano di 57 anni, è stato tratto in arresto dagli agenti di una volante della Polizia di Stato con l’accusa di tentato omicidio.
Ieri pomeriggio, infatti, al termine di una lite in famiglia scoppiata per futili motivi nella sua abitazione di Corso Ponticelli, ha colpito con un coltello da cucina la figlia della convivente, una ragazza di 28 anni polacca, ferendola gravemente. La donna è stata condotta alla poco distante clinica ‘Villa Betania’ con ferite all’addome. Ricoverata in prognosi riservata, non è in pericolo di vita.
L’ennesimo episodio che conferma la predisposizione, allarmante ed insensibile ascesa, ad impugnare armi e coltelli al culmine di liti, acredini e controversie, per lasciare che i problemi e le divergenze sfociano nel sangue, piuttosto che ricercare la risoluzione degli stessi attraverso il dialogo e il confronto pacifico.
Un’umanità capace di rinnegare perfino i legami di sangue e i vicoli affettivi più “scontati” e più comunemente additati come “intoccabili”, capace, così, di delineare i tratti di una società sempre più compromessa e in balia di una crisi, acuta ed innegabile, in termini di valori, priorità e sentimenti.