Ecco cosa si dice in una comunicazione fra l’equipaggio dell’ambulanza e la centrale operativa del 118 durante il trasporto di Andrea Soldi, il 45enne schizofrenico morto il 5 agosto pochi minuti dopo essere stato prelevato dai vigili in piazza Umbria a Torino per un Tso: “L’intervento è stato un po’ invasivo. Lo hanno preso al collo. L’hanno fatto un po’ soffocare”. “Aveva le manette, non volevo caricarlo, mi hanno ordinato di farlo, messo a testa in giù, e portarlo così”.
È racchiusa complessivamente in cinque telefonate acquisite dai Nas la conversazione che potrebbe dare la svolta all’inchiesta sulla morte di Andrea Soldi. A parlare, è la voce dell’autista dell’ambulanza, che ha trasportato Andrea all’ospedale Maria Vittoria. Un ragazzo della Croce rossa di Beinasco; un testimone importante perché ha visto tutto. A quanto pare, lui ha provato a reagire, suo malgrado, invano, dopo che Andrea è stato fermato e ammanettato, l’uomo ha chiamato la centrale per riferire cosa aveva visto.
Quando ha telefonato, era agitato: perché aveva appena assistito a un intervento da parte degli agenti non del tutto ordinario, piuttosto “violento”, e al contempo, perché sarebbe stato costretto a fare qualcosa palesemente inusuale e non in linea al protocollo di soccorso: portare un paziente in crisi respiratoria a pancia in giù e con le manette. Un paziente lasciato solo.
Gli indagati sono uno psichiatra e i tre vigili urbani che bloccarono il paziente. Il reato ipotizzato è quello di omicidio colposo. L’audio è stato acquisto dai carabinieri del Nas, ed è stato incluso negli atti dell’inchiesta del pm Raffaele Guariniello.
«Mi hanno detto di caricarlo, ma siccome aveva le manette ed era a pancia in giù non volevo farlo e ho detto di no. Ma loro me l’hanno ordinato e io l’ho lasciato così, a pancia in giù». Riferisce al pm il ragazzo della Croce rossa. Andrea, già in stato di difficoltà respiratoria e probabilmente cardiaca, non avrebbe potuto essere sistemato prono sulla barella, per di più ammanettato, perché questa posizione avrebbe contribuito a impedirgli di respirare. E questo l’autista lo sapeva bene.
Il volontario della Croce rossa ha poi dichiarato: «Ero scandalizzato perché mi hanno costretto a caricare una persona contro le nostre procedure operative… io ho tentato di fermali dicendo loro: ma cosa state facendo? Ma loro mi hanno costretto a fare una cosa che non volevo…».
Così Andrea Soldi ha trascorso gli ultimi minuti della sua esistenza. 120 chili su una barella, senza la possibilità di girarsi o di alcun movimento. «Se lo avessero messo di fianco», ha spiegato il soccorritore agli inquirenti, sarebbe stato ancora possibile mettergli la mascherina dell’ossigeno per farlo respirare, sarebbe stato possibile non lasciare morire un uomo così.