Dietro uno dei mille portoni di via dei Tribunali, si apre, al numero 362, il minuto mondo incantato del Palazzo Spinelli di Laurino, un sontuoso edificio risalente al XV secolo, che trascina dietro di sé una affascinante storia, fatta di realtà e fantasia.
Palazzo Spinelli, finito tra i possedimenti della famiglia Spinelli di Laurino a partire dal XVI secolo, era già noto per aver ospitato il poeta umanista Giovanni Pontano.
Nell’aspetto che si presenta oggi ai nostri sguardi, Palazzo Spinelli è frutto della restaurazione conclusa nel 1767, voluta dal duca Troiano Spinelli, al cui progetto di ristrutturazione, al quale lavorò personalmente il duca, prese parte il famoso architetto Ferdinando Sanfelice.
Attraverso un atrio ovoidale, si accede ad un sontuoso cortile di forma ellittica, che, con i suoi due preziosi busti romani, le sue dodici statue allegoriche e i suoi otto medaglioni mitologici, costituisce un tributo alla romanità, ai cui valori Troiano Spinelli mostrò grande devozione.
Le preziose balaustre, che arricchiscono la scalinata a doppia rampa, conducono poi al piano nobile, impreziosito da archi a tutto sesto, busti e stemmi familiari.
Tra le mura di questo misterioso Palazzo, si aggira, secondo la leggenda, il fantasma della bella Bianca, damigella orfana, affidata alla cinica e malvagia Lorenza Spinelli, nuora del principe. L’episodio che, secondo la tradizione, racconta la morte della fanciulla ha come protagonista la crudele Lorenza, che, sospettando l’infedeltà di suo marito, fece murare viva la dolce fanciulla, la quale, del tutto indifesa, pronunciò come ultime parole ”Famme pure mura’ viva, ma in allegrezza o in grannezza tu me vidarraje.” Si racconta infatti che il fantasma della fanciulla apparisse tra le mura del Palazzo ad annunciare un lieto evento o una disgrazia.
La storia del fantasma della bella Bianca contribuisce ad avvolgere il Palazzo Spinelli in un alone di mistero, che attira chiunque oltrepassi il numero 362 di via dei Tribunali.