È bufera intorno all’ultima vicenda che ha per protagonista Luigi Cimmino: il boss del quartiere Vomero che, secondo gli inquirenti, sarebbe tornato in città con l’obiettivo di riorganizzare il clan dopo gli anni trascorsi in carcere, arrestato poco meno di due settimane fa nuovamente, il Riesame ha accolto la richiesta della difesa e ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare. Scarcerazione anche per il genero di Cimmino, Pasquale Palma, accusato di aver partecipato all’organizzazione del gruppo e alla suddivisione degli stipendi tra gli affiliati. Anche per Palma, i giudici del Riesame hanno annullato il provvedimento emesso al termine delle indagini della Dda.
Per conoscere le ragioni alla base delle scarcerazioni bisognerà attendere il deposito delle motivazioni del Riesame. La difesa ha puntato sulla insufficienza degli indizi, ritenendo che dalle indagini non siano emersi elementi tali da sostenere la tesi della Procura che, sulla scorta anche di dichiarazioni di collaboratori di giustizia e intercettazioni di sms e di colloqui in carcere tra affiliati ritenuti legati al clan del Vomero, ha ipotizzato il progetto di Cimmino di riprendere il controllo del malaffare nella zona collinare della città, tra Vomero e Arenella, delle estorsioni in primis.
Un pentito ha raccontato che il boss voleva mettere «tutti in ginocchio» nel quartiere. Una riunione in Spagna, a Comaruga, Barcellona, in un incontro con vari esponenti della camorra, avrebbe sancito l’inizio della nuova stagione del boss. Dalla finta pazzia alla mania per le microspie, la personalità di Cimmino appare alquanto difficile da decifrare, la sua storia recente è finita agli atti di un’inchiesta condotta dall’Antimafia che ha costantemente indagato sulle attività camorristiche insediate nella zona collinare della città, soprattutto dopo che Cimmino aveva finito di espiare la pena per vecchi reati ed era tornato libero.
«Lucido, determinato, assolutamente orientato nello spazio e nel tempo, fattivo e capace di impartire ordini e direttive», lo ha descritto il gip Dario Gallo che aveva firmato il suo arresto, eseguito il 20 luglio scorso davanti a una folla di parenti e conoscenti che salutavano il boss in manette acclamandolo.
Un’analoga ovazione ha accolto anche la notizia della scarcerazione del boss.
I “fan” di Cimmino, si sono scatenati su facebook, festeggiando la notizia a suon di frasi celebrative, emoticon raffiguranti cuoricini, pollici verso l’alto, mani che mimano applausi e bicipiti che simboleggiano forza. Ormai è soprattutto questo il linguaggio di cui si avvale la popolazione per comunicare emozioni e stati d’animo.
«Lo sanno tutti che tuo padre è una persona perbene». «Freedom».
«Auguri, vamos!».
Queste, invece, sono alcune delle frasi scritte per intero delle quali amici, parenti e conoscenti di Diego Cimmino, il figlio di Luigi, si sono avvalsi per commentare la notizia, proprio in risposta ad un post pubblicato sul più adoperato e diffuso social network che diramata la notizia dell’avvenuta scarcerazione.
Arrestato la mattina di lunedì 20 luglio con l’accusa di associazione mafiosa e tentata estorsione aggravata, Luigi Cimmino torna a piede libero, dopo una manciata di giorni.
La popolazione esulta al cospetto dell’imminente insediamento di un boss tra le trame del tessuto sociale. Eppure, attraverso questa vicenda, emerge anche un altro volto della società, che esiste e resiste, nonostante i continui ceffoni che quella che dovrebbe essere “la giustizia” continua ad infliggere al loro desiderio di legalità. Quella rappresentanza di Napoli, di napoletani, si rivela incapace di gioire al cospetto della conclamata scarcerazione di un boss.
Mentre una parte della popolazione ha accolto la notizia con approvazione ed esaltazione, l’altra parte della città ha esternato tutt’altra reazione.
Non ci sta la gente perbene a farsi prendere in giro da quella giustizia che “fa e disfa” con le sue stesse mani, consentendo a cavilli ed artifici difensivi di sottoporre nuovamente la propria incolumità alla palpabile minaccia personificata dal ritorno in libertà di una figura criminale detentrice di tutte le carte in regola per concorrere ad inserirsi in una faida di camorra, volta a garantirgli di conquistare l’egemonia incontrastata sul territorio.
Il presidente della Municipalità Coppeto annuncia una “Notte bianca della legalità” per il 10 ottobre.
Scenderanno per strada i cittadini onesti, quelli che voglio professare nel mondo reale il legittimo desiderio di vedersi e sentirsi tutelati, piuttosto che urlarlo attraverso una tastiera, avvalendosi di messaggi in codice, stereotipati, freddi, impersonali.