Doveva essere “solo” una partita amichevole, finalizzata ad intrattenere i nostalgici appassionati di calcio durante una calda sera d’estate, in attesa del sopraggiungere del tanto atteso campionato, oltre che un banco di prova utile alle due compagini per misurare i rispettivi limiti e punti di forza.
Questo era quanto, sulla carta, Nizza-Napoli, la prima partita dal profumo europeo del Napoli targato Sarri, doveva e poteva portare in campo, ma quanto avvenuto fuori dal rettangolo verde non permette al buon senso di concentrare attenzione, interesse ed intelletto sulle dinamiche strettamente sportive. Il risultato, al sopraggiungere del triplice fischio finale è rimasto inchiodato sul 3-2. Il campo ha decretato il suo verdetto: il Napoli ha perso. Ed anche il buon senso ha decretato un verdetto analogo.
Fuori dallo stadio, quelli che si ostinano a voler rivendicare lo status di “tifosi” del Napoli sono stati protagonisti di alcuni scontri con la polizia francese.
I 150 ultrà napoletani sono stati fermati e riportati alla frontiera. I vigili del fuoco, riferisce «Nice Matin» su Twitter, confermano di essere intervenuti più volte in giro per la riviera per spegnere piccoli incendi.
Gli incidenti sono iniziati diverse ore prima dell’inizio della partita. Poco dopo le 18, secondo testimoni, circa 200 tifosi italiani hanno parcheggiato le loro auto lungo la rampa di uscita dell’A8 che porta alla riviera Allianz, lo stadio de francesi. Avrebbero lanciato bottiglie, sassi e bombe carta, provocando incendi e la chiusura temporanea dello svincolo tra Nice e Sainte Isidore.
Gli incidenti si sarebbero conclusi solo verso le 19.30, dopo che la polizia è intervenuta con i gas lacrimogeni per disperdere gli ultras partenopei. «Nice Matin» riferisce che 3 agenti di polizia sono rimasti leggermente feriti e si registrano anche danni ai veicoli delle forze dell’ordine. Alcuni tifosi del Napoli avrebbero partecipato agli scontri a volto coperto e armati di bastoni e spranghe di ferro.
La partita fra Nizza e Napoli era stata dichiarata a rischio dalla Divisione Nazionale per la lotta contro la violenza negli stadi e per l’occasione erano state disposte importanti misure di sicurezza.
Cronaca di un disastro tristemente annunciato, quindi.
Gli ultras partenopei non hanno “deluso” le aspettative svilendo, per l’ennesima volta, il più genuino senso attribuibile e rilevabile nel calcio giocato, per conferire libero sfogo a quella frustrazione galvanizzata dall’esaltazione che trova in quei “dogmi”, intransigenti e belligeranti, alla base della “mentalità ultras”, la sua forma espressiva più compiuta ed imprescindibile.
Quei napoletani che hanno assistito alla partita da casa o dai luoghi di villeggiatura, di contro, sembrano troppo rammaricati da quanto visto in campo per puntare il dito contro l’ennesima e vergognosa brutta figura confezionata dai loro conterranei, dietro il finto e sterile alibi del calcio.
Una domenica da dimenticare, per Napoli e per il Napoli e che sottolinea che c’è ancora tanta strada da fare per ambire a traguardi prestigiosi, soprattutto sul fronte “tifoseria”.