S’infittisce il giallo intorno alla morte della piccola Livia, la bimba romena di appena tre anni giunta cadavere all’ospedale di Sarno e che, secondo le prime e conclamata notizie, presentasse sul corpo evidenti segni di violenze fisiche e sessuali.
Messo subito sotto torchio dagli inquirenti, il padre della piccola, avrebbe indicato quali possibili artefici della straziante mattanza subita dalla piccola, i vicini di casa, ai quali era solito lasciare la bambina quando si recava al lavoro.
Secondo l’uomo, Gheorghe Buzatu, romeno di 35 anni, incensurato, Livia è deceduta in seguito ad una crisi respiratoria.
La bimba viveva in Italia da appena cinque mesi, mentre prima risiedeva in Romania (dove era nata) insieme con la madre che aveva intrapreso una relazione con un connazionale con il quale aveva avuto un bimbo di un anno. Il padre della piccola, un bracciante agricolo da una decina d’anni residente in Italia, invece, aveva tentato di ricostruire la sua vita familiare sperando in una riconciliazione con la mamma di sua figlia.
La donna, dopo un mese in Italia, però, ad aprile era tornata nel suo Paese natale lasciando la bambina al padre in una casa in Via Sesta traversa Berlinguer, a San Marzano sul Sarno. La coppia non aveva altri figli. I carabinieri faticano anche a rintracciare la donna e a comunicarle la morte della figlia. L’uomo ha detto ai militari che la piccola si era sentita male poco dopo la doccia tanto che ha deciso di portarla in ospedale.
La bambina è arrivata al pronto soccorso del nosocomio intorno alle 22 e i sanitari non hanno potuto che constatarne il decesso. Gli investigatori hanno ascoltato lungamente l’uomo e hanno effettuato un sopralluogo nella casa. Per ora i carabinieri hanno potuto evidenziare solo scarse condizioni igienico-sanitarie ma nulla che faccia presupporre violenze o sevizie di qualche tipo.
L’abitazione, composta da due locali attigui, è condivisa con una coppia di nipoti dell’uomo, trentenni e incensurati, che spesso si occupavano della bimba, mentre l’uomo andava a lavorare nei campi. Sono stati ascoltati anche loro ma nulla è stato verbalizzato in merito ad eventuali violenze né da parte dell’uomo, né dei suoi stessi parenti. Dall’esame esterno del cadavere, infatti, pare non vi sia alcun elemento riconducibile a morte violenta.
Ad infittire il mistero, però, giunge l’esito dell’autopsia: la bambina è morta per cause naturali.
A stabilirlo è proprio il verdetto dell’esame autoptico effettuato stamani dal prof. Giovanni Zotti, incaricato di appurare le cause di quella più che prematura morte. L’esame ha confermato l’assenza totale di segni di violenze sul corpo della piccola deceduta sicuramente a causa di una patologia che non è stata ancora individuata.
Una notizia che desta ancor più stupore ed allarmismo intorno ad una morte tanto macabra quanto misteriosa.