La tragedia del sud della Puglia sembra aver raggiunto il suo epilogo, con la conferma dell’ergastolo per Sabrina Misseri e Cosima Serrano: è questa la sentenza di secondo grado nell’ambito delle indagini per l’omicidio di Sarah Scazzi.
Varie sono state le vicissitudini in questi cinque anni di bugie, versioni della vicenda che cambiavano di giorno in giorno, di bocca in bocca, di avvocato in avvocato. Ma i giudici avevano già bene in testa il quadro della situazione, quando in quell’aula di tribunale avevano condannato in primo grado le due donne di casa di Michele Misseri.
Abbiamo trascorso mesi a cercare di capire se questo contadino fosse un pover’uomo o un orco, tanto debole da sottostare alle donne o tanto forte come quando impugna una zappa. Se le sue lacrime fossero quelle di chi vuole proteggere la figlia, di chi è pentito o di chi recita una sceneggiata concordata in precedenza con qualcun altro.
Fatto sta che Avetrana, dal 26 agosto 2010, non è più la stessa. I più curiosi con lo spirito investigativo hanno trasformato la città in luogo di “pellegrinaggio“, basando il turismo su questa pagina nera di cronaca. I vicini di casa, davanti alle telecamere, non si sono mai esposti troppo. Gli abitanti si sono stretti prima in lutto per la piccola Sarah e poi in una discrezione solidale che ha fatto emergere, in questi anni, la dignità di una città che non ha intenzione di essere ricordata soltanto per un delitto atroce, dopo secoli di serenità.
Tanto che il vicesindaco di Avetrana, Alessandro Scarciglia, commenta al Quotidiano il comportamento dei compaesani in questo modo: «Ci auguriamo che questa sentenza di secondo grado non si trasformi in una nuova occasione di invasione mediatica. In paese si parla poco di questa sentenza e prova ne è il fatto che anche sui social network chi ha condiviso la notizia lo ha fatto senza aggiungere dei commenti. Il paese vuole mettersi alle spalle questa brutta storia, che comunque si concluderà con la Cassazione».
I giudici hanno parzialmente riformato la sentenza di primo grado per imputati di reati minori: assolti Antonio Colazzo e Cosima Prudenzano, nel 2013 condannati ad un anno di reclusione per favoreggiamento personale; confermata la condanna ad un anno e quattro mesi per Giuseppe Nigro.
Un anno e quattro mesi a Vito Russo Junior, ex legale di Sabrina Misseri, cinque anni e undici mesi a Carmine Misseri, fratello di Michele (per soppressione di cadavere), otto anni allo stesso Michele.