Dalle 19 dello scorso venerdì, 24 luglio, Acciaroli, abbraccia non orgoglio un primato significativo: la perla del Cilento, per effetto dell’installazione delle opere di Riccardo Dalisi, è il primo porto d’arte contemporanea d’Italia.
“Totocchio”: questo il titolo dell’opera esposta in una cornice alquanto suggestiva dall’architetto, designer ed artista di origini potentine.
Tra i fondatori del movimento dei Global Tools che nasce come pura espressione del Radical design, Dalisi è un artista che non vanta solo esposizione di caratura internazionale, ma anche opere di riqualificazione del Rione Traiano, procreate sfruttando la cooperazione con gli artigiani locali e la costruzione della perentoria Torre residenziale in largo Molinari, nel quartiere Ponticelli che con i suoi 53,3 metri figura tra gli edifici più alti erti all’ombra del Vesuvio.
L’opera esposta nel porto cilentano palesemente demarca l’influenza delle nozioni assimilate nell’ambito delle ricerche sulla caffettiera napoletana condotte dall’artista negli anni ‘80 e che lo portarono ad intrecciare un fitto interscambio con i lattonai ed i ramaioli di Rua Catalana. Ricerca che, tra le tante cose, portò alla produzione della macchinetta del caffè quotidianamente e comunemente utilizzata.
Questa ricerca, che è valsa all’artista il riconoscimento del Compasso d’oro nel 1981, ha, altresì, portato alla produzione di caffettiere di varie fogge e sculture che giocano con i sottintesi di quelle vecchie forme.
Dialisi ha conferito forma ed odore ad un oggetto magico, eterno, essenziale, indissolubile. E lo ha fatto addentrandosi nei sotterranei della storia d’un popolo, nell’anima di una città attraverso un processo di analisi storica e sociologica; la caffettiera si è animata, si è fatta produzione fantastica, espandendosi sempre più. Spingendosi sempre più lontano, alla conquista di nuovi popoli, scevra dal timore di fondersi con altre culture e di imparare e conquistare lingue nuove.
Nel 1987 la caffettiera napoletana entra in produzione e Dalisi diviene internazionalmente noto.
Riccardo Dalisi introduce nel design il folklore, la manualità artigianale, i materiali antichi. Nei suoi progetti, ha sempre concepito spazi modellati sulle forme viventi e sull’idea di trasformazione. Dalisi può essere definito un poetico inventore di oggetti e arredi che rievocano l’infanzia, la poetica del quotidiano, la libera espressione dell’arte. Ed ha saputo e voluto imprimere anche alla cornice acciarolese, così storicamente casta e conservatrice, una decisa, ma rispettosa impronta di poesia che s’incastra alla perfezione con l’armonia peculiare della costa che, a sua volta, con premurosa ed orgogliosa giovialità, le ospita.