San Pietro a Patierno ha detto di no al Campo Rom, e lo ha fatto attraverso una fiaccolata che esprimeva tutto il disaccordo riguardo alla presenza di questi nomadi nel territorio napoletano.
È stata fissata da tempo per il pomeriggio di oggi, a partire dalle ore 17.
Si è scoperto che nel quartiere della periferia nordorientale ci sarà un insediamento rom e in particolare in via Cupa del Principe.
È partita da comitati dei cittadini questa sorta di mobilitazione che li vede schierati di fronte ai rom, adducendo la motivazione di una mancanza di risorse in questa municipalità persino per la gente locale:«Non si tratta di razzismo nei confronti di persone sicuramente svantaggiate, anzi – dicono i comitati – in questo caso si tratta di razzismo da parte del Sindaco de Magistris nei confronti dei residenti di questo quartiere e quello limitrofo di Poggioreale. Promesse di riqualificazione di queste aree durante la campagna elettorale, ovviamente, mai mantenute. Periferia della periferia, da sempre svantaggiata», hanno raccontato al Corriere.
Già dallo scorso lunedì, 13 luglio, la zona è stata presidiata 24 ore su 24 da bambini, giovani e adulti contrari alla decisione del sindaco, presa senza consultare i residenti dell’area, a loro detta. E la presenza costante di donne e piccoli testimonia l’elevato grado di interesse e solidarietà degli abitanti di questo quartiere nel raggiungimento di una soluzione ad un problema importante comune, che riguarda tutti, nessuno escluso.
Non si dorme più, infatti, qui. Al minimo rumore di notte, ci si sveglia per timore che si tratti di una ruspa pronta a radere al suolo l’area, spianando letteralmente la strada all’insediamento di sconosciuti che da questo territorio potrebbero trarre benefici soltanto attraverso la criminalità.
La protesta non risparmia i social network come strumento di diffusione, e ci si può facilmente imbattere su Facebook in messaggi di questo tipo: «E’ assurdo che a San Pietro a Patierno, periferia di Napoli, il Comune voglia insedirare un campo rom. La zona è una terra di nessuno, un luogo dove già sono stipate centinaia di famiglie dell’ex 219 anche in dieci per stanza. Un posto dove dilagano criminalità e indampienza scolastica, assenza di servizi e di pubblica sicurezza. Adesso tutti grideranno che la gente è razzista, ma il razzismo non c’entra proprio o quasi niente. Non si può vivere in questo posto abbandonato da Dio e dagli uomini e la reazione della gente che si ribella mi sembra normale. E basta poi con questa scusa che nelle periferie c’è spazio e perciò vanno messi i rom».