Tina Pica, il cui vero nome era Annunziata, nacque a Napoli nel lontano 1884. Figlia d’arte, entrò subito a far parte della Compagnia Federico Stella, al teatro San Ferdinando a Pontenuovo. Attrice giovane e poliedrica, la ricordiamo nei panni di svariati personaggi, anche maschili, e per questo il suo fisico piccolo e sottile non sarà mai un ostacolo.
Attrice comica, drammatica, show girl (partecipa alla Rivista con Agostino Salvietti ed Enzo Turco e in alcuni spettacoli di Mico Galdieri) non conosce ostacoli e s’impone come caratterista d’eccezione.
Sarà proprio il connubio con Eduardo che la consacreranno al grande pubblico; è con Eduardo e Salvatore De Muto la sera dell’inaugurazione del nuovo teatro San Ferdinando.
Divenne ben presto regina del cinema italiano nel ventennio 1950-1960, indimenticabile attrice caratterista dal volto e dai modi irresistibilmente scorbutici e allo stesso tempo grande interprete drammatica Annunziata Pica. Tina, questo sarebbe diventato il suo nome d’arte, era figlia di due artisti di una piccola compagnia teatrale nella quale quella che sarebbe diventata una delle attrici più popolari in Italia, mosse i primi passi.
Ma Tina non è stata solo una grande attrice, attiva, quasi senza interruzioni, dai 7 agli 80 anni. Bensì, anche capocomica, traduttrice, autrice di testi teatrali. Il grande successo però le è arrivato grazie al cinema, a 50 anni compiuti, quando la sua maschera era ormai indistinta dalla sua persona.
Quella sua voce cavernosa e metallica «che per definirla bisognerebbe inventare un suono» (Franca Valeri) risuona nella memoria di chiunque l’abbia vista, per esempio, in Pane, amore e gelosia, (1954, regia di Luigi Comencini) quando l’energica e invadente governante Caramella incalza fieramente De Sica, Maresciallo dei Carabinieri: «…difendo l’Arma, io servo l’Arma da trent’anni, ho trent’anni di servizio e mi sento carabiniera, si, carabiniera mi sento!».
Fu seconda di tre figli, fra Anna e Francesco, cresciuta vicina al teatro San Ferdinando. Proprio in quel teatro debutta a soli 7 anni in panni maschili, scelta da Federico Stella per Il cerinaio della ferrovia e partecipa anche a sacre rappresentazioni popolari fra le quali si ricordano Santa Maria Goretti e Santa Rita da Cascia.
La madre, Clementina Cozzolino, è attrice; il padre è il capocomico Giuseppe Pica il quale, con la famiglia e altri attori, forma una Compagnia che da Napoli raggiunge i paesi e le più remote frazioni. Oltre alla maschera di Don Anselmo Tartaglia, la compagnia mette in scena drammoni come La figlia del condannato, La fanciulla di Pompei, Le due orfanelle: a Tina spettano spesso le parti più toccanti.
Gli anni Trenta segnano, con l’ingresso nella “Compagnia Teatro Umoristico I De Filippo”, l’inizio della sua collaborazione artistica con Eduardo, il quale inventa personaggi per lei e le affida ruoli di rilievo. Il debutto di Natale in Casa Cupiello la vede nei panni di Concetta (forse pensata su di lei), la moglie di Lucariello, non meno protagonista di Eduardo. Negli anni 1931-1937 tra le altre commedie interpreta: Uomo e galantuomo e Liolà. Proprio durante le prove di Liolà davanti all’autore Luigi Pirandello, Eduardo e Peppino De Filippo, esasperata dai loro continui suggerimenti, Tina sbotta: «Voi tre là mi sembrate il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Ma io non posso lavorare in presenza della Santissima Trinità».
Con Eduardo è tutto un prendersi e lasciarsi; dopo un primo addio, rientra nel marzo del 1945 nella nuova Compagnia “Il Teatro di Eduardo” e vi resta fino al 1947 recitando in capolavori come Napoli milionaria, Filomena Marturano, Questi fantasmi. Poi una lunga assenza, ma, nel 1954, Tina è di nuovo al suo fianco, per Palommella zompa e Vola (Antonio Petito), Miseria e Nobiltà (Edoardo Scarpetta), fino al burrascoso e definitivo addio nella primavera del 1955. Tina aveva ottenuto da Eduardo una “breve vacanza” per interpretare Pane, Amore e Fantasia ma la lavorazione del film si protrae per parecchio tempo.
La forza del suo personaggio è tale che, caso più unico che raro per un comico donna, alcuni soggetti cinematografici vengono scritti appositamente per lei come La nipote Sabella (1958), La sceriffa (1959) La zia d’America va a sciare (1958), La Pica sul Pacifico (1960).
Tina ha inoltre lavorato con i più grandi artisti: da Totò e i De Filippo a De Sica, da Mastroianni a Rascel e Fernandel. Efficacissima nel controcanto scontroso e irascibile con il romantico Vittorio De Sica o l’impacciato Peppino De Filippo, ha raggiunto una sintonia più surreale con Totò in Fermo con le mani! (1937, regia Gero Zambuto), Totò e Carolina (1953, regia Mario Monicelli) o Destinazione Piovarolo (1955, regia Domenico Paolella). La sua ultima apparizione, all’età di 79 anni, è nell’episodio Mara di Ieri, oggi e domani (1963, regia Vittorio De Sica), nei panni di una nonna dolce, energica e saggia.
A Roma le è stata intitolata una strada e a Napoli un giardino pubblico. Tina Pica morirà a Napoli nel 1968, ultraottantenne, lasciando un vuoto incolmabile ed un tenero ricordo in quanti la apprezzarono e tuttora hanno modo di conoscerla.