Cesare Cuozzo, 53 anni, operatore scolastico in pensione, in cura presso un centro di igiene mentale da oltre dieci anni per una patologia psichica.
Questo, fin qui, è quanto si conosce dell’artefice dell’ennesima strage familiare consumatasi a San Giovanni a Teduccio.
Cuozzo ha ucciso la moglie e il figlio e poi si è tolto la vita.
Un omicidio-suicidio è quanto emerso dai primi rilievi svolti dai carabinieri, una volta giunti nell’abitazione in cui viveva la famiglia in via Ammiraglio Aubry nel quartiere San Giovanni a Teduccio, a Napoli.
Cuozzo, la moglie Anna Daniele, 51 anni casalinga, sorella dell’assessore comunale alla cultura, Nino Daniele e il figlio Nicola, studente che avrebbe compiuto 18 anni il prossimo novembre, sono stati uccisi da colpi di arma da fuoco esplosi con una pistola revolver 38 special.
All’interno dell’abitazione i carabinieri hanno trovato i tre corpi stesi, ognuno sul proprio letto, oltre alla pistola – che non risulta appartenere all’uomo – qualche cartuccia e alcuni farmaci.
Ha sparato alla moglie e al figlio nel sonno e poi si è tolto la vita. Nicola, avrebbe compiuto 18 anni il prossimo ottobre ed invece è stato trovato nella sua stanza, rannicchiato sotto un lenzuolo. Forse, lo avrebbe coperto proprio il padre-carnefice, dopo averlo trucidato, quale ultimo gesto di premura o amore. Dio solo sa che senso imprimere ad ogni frammento di questa macabra vicenda che, incastrandosi tra loro, andranno a chiarire una scena del crimine ancora tutta da definire.
Nell’altra camera da letto, il corpo di Anna, la sorella 51enne dell’assessore Daniele. Dopo averle sparato, Cuozzo si è seduto sul letto.
È lì che quella Smith and Wesson calibro 38 ha sparato l’ultimo colpo. È così che quell’uomo, padre e marito, ha ultimato la sua strage familiare, togliendosi la vita.
Ad effettuare l’atroce scoperta, la sorella della vittima. Vive lì, in quella stessa strada, sullo stesso pianerottolo sul quale ai è consumata la cruenta vicenda.
La donna possiede le chiavi di casa di quell’appartamento. E insospettita dal fatto che dallo scorso lunedì non riusciva a reperire la sorella, ieri sera, intorno alle 20, ha deciso di entrare nell’appartamento per far luce sull’allarmante sparizione della sorella.
La scena che ha trovato ad accoglierla ha abbondantemente legittimato l’allarmismo maturato nelle ore precedenti.
La donna ha allertato prima i carabinieri e poi il fratello, l’assessore Daniele era ancora nel suo ufficio a Palazzo San Giacomo, stava lavorando al comunicato per la stampa relativo all’Estate a Napoli, diramato di lì a poco.
Una volta divulgata la notizia dell’immane tragedia che ha colpito la famiglia Daniele, la cittadinanza ha prontamente espresso cordoglio e vicinanza all’assessore, attraverso innumerevoli messaggi sui social network.
Secondo una prima ricostruzione effettuata dai carabinieri, sembra che Cesare Cuozzo fosse in cura da tempo per problemi psichici. Una forte depressione che, stando agli elementi raccolti dagli inquirenti, sarebbe scoppiata dopo che l’ex bidello avrebbe scoperto di avere una grave malattia che lo ha costretto al pensionamento anticipato.
Da qui, l’incipit della depressione, aggravata dal tormento di lasciare soli la moglie e il figlio. Un’apoteosi di sentimenti e stati d’animo contrastanti, infimi come temibili focolai di emozioni ingestibili che hanno armato la mano dell’uomo, fino ad indurlo a compiere un gesto tanto estremo quanto agghiacciante.
Il sindaco, Luigi de Magistris, si è detto «sconvolto per la tragedia che ha colpito la città e l’assessore comunale Nino Daniele». E con lui, un quartiere, una città, un’intera nazione.