I risultati dell’ultimo vertice europeo sulle migrazioni di fine giugno ha confermato che questa Europa non ha né il cuore né il cervello politico per gestire in termini efficaci e realistici i flussi migratori dal Nord Africa e dal medio Oriente.
Nel rapporto annuale sulle tendenze mondiali redatto dall’UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati) si afferma che alla fine del 2014 è stato raggiunto il record di 59,5 milioni di persone in cerca di asilo, sfollati interni o rifugiati. Secondo rapporto dell’ONU, alla fine dell’anno scorso, a causa di guerre, violenze e persecuzioni una persona ogni 122 è diventata di fatto un richiedente asilo, uno sfollato interno o un rifugiato; in questo rapporto si dichiara inoltre che il mondo non si sta assolutamente preoccupando delle vittime di un’”era di migrazioni di massa senza precedenti”.
L’annuale studio sulle tendenze mondiali condotto dall’UNHCR, l’agenzia ONU per i rifugiati, rileva che è stato raggiunto un livello di migrazioni mondiali mai registrato in passato, ovvero 59,5 milioni di persone costrette a fuggire dalle proprie case alla fine del 2014.
Il numero è aumentato del 16% rispetto al 2013, anno in cui è stato raggiunto un totale di 51,2 milioni, e del 59% rispetto a dieci anni fa, epoca in cui 37,5 milioni di persone sono state costrette a fuggire dalle proprie case.
L’UNHCR afferma che, la guerra in Siria, scoppiata ormai da quattro anni, è la causa principale delle migrazioni: L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, António Guterres, ha affermato che nonostante il mondo stia scivolando in maniera incontrollata verso un’epoca di migrazioni mondiali forzate di massa, sembra che non voglia affrontarne le cause.
Le sue parole recitano: “È terrificante che da un lato coloro che fanno scoppiare i conflitti risultano sempre più impuniti, e dall’altro sembra esserci apparentemente una totale incapacità da parte della comunità internazionale a lavorare insieme per fermare le guerre e costruire e mantenere la pace”.
Guterres si è rivolto alla comunità internazionale affinché dimostri determinazione, tolleranza e si impegni economicamente per aiutare coloro che ne hanno più bisogno: “A causa delle enormi carenze di finanziamenti e degli ampi divari nel regime globale per la protezione delle vittime di guerra, molte persone bisognose di compassione, aiuto e rifugio vengono abbandonate a loro stesse”, ha dichiarato.
Alla fine del 2014, il 53% di tutti i rifugiati sotto la responsabilità dell’UNHCR proveniva da soli tre paesi: Siria (3,88 milioni), Afghanistan (2,59 milioni) e Somalia (1,11 milioni). Ulteriori 5,1 milioni di rifugiati sono stati registrati dall’UNRWA, l’agenzia ONU per i rifugiati palestinesi. In Iraq, l’avanzamento dello Stato islamico ha fatto passare il numero di sfollati interni da 1 milione nel 2013 a 3,6 milioni alla fine dell’anno scorso. In Libia, 309.000 nuove persone sono state obbligate a migrare nel 2014.
In Europa, il numero di migranti forzati è aumentato del 51% l’anno scorso, passando da 4,4 milioni a 7,6 milioni. Nel rapporto ONU si afferma che “Più di 219.000 rifugiati e migranti hanno attraversato il Mar Mediterraneo durante il 2014. Questo dato è circa il triplo rispetto al record precedentemente noto di 70.000, rilevato nel 2011 durante la “primavera araba”. Quasi la metà di questi migranti proveniva dalla Repubblica Araba di Siria e dall’ Eritrea. L’UNHCR è stato informato della morte o della scomparsa di oltre 3.500 donne, uomini e bambini nel Mar Mediterraneo durante l’anno scorso; questo dato dimostra chiaramente la pericolosità e l’imprevedibilità di questa situazione”.
A tal proposito un nuovo caso relativo al fenomeno dell’immigrazione si macchia di sangue, mediante l’ennesimo sbarco avvenuto nei giorni scorsi nel Canale di Sicilia. I corpi di dieci migranti sono stati recuperati dalla nave Dattilo, che stava facendo rotta verso Augusta. Sono vittime del ribaltamento di un gommone carico di profughi. Sull’imbarcazione ci sono altri 439 extracomunitari.
In totale, sono stati 941 i migranti che sono stati soccorsi in diverse operazioni, in una zona di mare a circa 50 miglia a nord della Libia, ora in arrivo verso diversi porti siciliani. Altri 183 migranti sono stati recuperati da una petroliera, diretti a Pozzallo. Altri 319 migranti approderanno su un’altra nave a Porto Empedocle.
In 24 ore sono così stati soccorsi 5 gommoni e 2 barconi carichi di migranti, di probabile provenienza siriana, palestinese, tunisina, libica e subsahariana. Tra le persone tratte in salvo oltre 30 bambini e più di 50 donne, di cui una incinta per la quale si è resa necessaria l’urgente evacuazione medica con una motovedetta classe 300 della Guardia Costiera di Lampedusa.
Continua così, inarrestabile, il fenomeno immigrazione. Una sfida contro le onde, il mare, le temperature elevate, contro la vita stessa, mossa da un’unica speranza: avviarsi verso un esistenza dignitosa che spesso manca nelle terre di provenienza di migliaia di profughi, martoriati da conflitti e guerre.