Una volta, accanto al telefono fisso c’era l’agenda che ricordava gli appuntamenti, le telefonate da fare, i compleanni di amici e parenti. Oppure, il calendario appeso al muro fungeva da promemoria per qualsiasi tipo di informazione, dal dentista alla visita ginecologica, dalla spesa settimanale alla scadenza della bolletta, dalla lezione di musica all’esame per la patente di guida.
Ma questi tempi sono passati.
Sono rimasti in pochi, forse soltanto i più affezionati alla carta, a mantenere queste “antiche” care abitudini.
I più, in particolare i più giovani (nonostante l’uso dei social network stia man mano conquistando sempre di più anche le altre generazioni), adesso si affidano a Facebook per non dimenticare neanche una data di nascita. Da poco anche Twitter permette questa funzionalità, che, apparentemente sotto le sembianze di una iniziativa simpatica, ha scopi puramente legati al marketing.
Oltre a festeggiare il giorno speciale dei suoi iscritti, il social network infatti le studia tutte pur di arrivare ai suoi scopi: far arrivare all’utente gli annunci pubblicitari mirati. Più informazioni distribuiamo su internet e più chi fa pubblicità sa con quali mezzi potrà colpire la nostra attenzione.
Nell’era in cui si cammina parlando ad un iPhone piuttosto che con le persone, la comunicazione si evolve, con tutto ciò che l’evoluzione apporta, lati positivi e negativi.
La smania di rispondere a tutto ciò che ci viene chiesto soltanto per mettere in mostra la nostra vita (o quella che vorremmo che fosse?), come se ricoprissimo il ruolo di vip a cui sono in continuazione rivolte interviste.
Diciamo cosa facciamo, quando siamo nati, come è composta la nostra famiglia, dove ci spostiamo, cosa mangiamo, cosa leggiamo, dove abbiamo lavorato o studiato, a quali feste parteciperemo… Ma interessa veramente a qualcuno, oltre a chi ha intenzione di guadagnarci sopra qualcosa?