Un’invasione di colori, simboleggianti sentimenti, espressioni dell’essere umano soventemente tacciate di nero, quale emblema di un naturale e più che lecito desiderio di libera esteriorizzazione della propria identità, non solo sessuale, ma soprattutto spirituale, ideologica, interiore, strettamente intima ed umana.
Questo è quanto, durante la giornata di ieri, il Pride 2015, ha riversato lungo le strade di Napoli.
Dal Piazza Dantr al lungomare, passando per piazza del Plebiscito, sfilando lungo le vie del centro storico, i carri e l’autentica parata peculiare del suddetto evento, hanno scalfito nel rovente cielo partenopeo un autentico arcobaleno, di speranze, di colori.
Di quei colori: i colori del corteo Pride che rivendica l’uguaglianza dei diritti per la comunità LGBTQI. La tappa napoletana conclude la manifestazione nazionale che quest’anno ha come tema la scuola e il contrasto al bullismo omotransfobico, così come evidenziato dalla presenza dei bambini ad accompagnare lo striscione all’incipit del corteo.
Amare è uno degli scopi prioritari della vita, quello che più di ogni altro conferisce un senso positivo ed appagante ai nostri giorni.
L’amore, di conseguenza, non è un diritto abrogabile attraverso una legge, ma un sentimento e in quanto tale, incapace di seguire una logica, ancor meno degli stereotipi piuttosto che dei canali indotti dal finto perbenismo e dall’ipocrita etica morale.
La capacità di convertire i torti inferti dall’omofobia in una ferma ed acuta battaglia ideologica, oltre al lecito desiderio di non doversi nascondere né vergognare, rilanciando ed accelerando quel processo che sollecita il decadimento delle barriere ideologiche che pesantemente affiancano la figura omosessuale in ambito sociale, personificano il vento che anima lo sventolio della bandiera arcobaleno che dispone di più che valide ragioni per troneggiare con orgogliosa fierezza, non solo sul cielo di Napoli, ma anche sul cielo di Napoli.