Fabio Quagliarella nasce a Castellammare di Sabia il 31 gennaio del 1983, a 10 anni si trasferisce per giocare nelle giovanili del Torino dove rimane 6 anni. Fabio subisce il lutto del suo compagno di squadra Niccolò Galli (figlio dell’ex portiere di Fiorentina, Milan e Napoli). Per questo decide di portare il numero 27 sulla sua maglia, il quale lo ha accompagnato, lo accompagna tutt’ora e lo accompagnerà per tutta la sua carriera. Rimane per 3 anni nella prima squadra dei granata per poi fare esperienza in C2 con la Florentia Viola e in C1 con il Chieti. Ritorna al Toro per giocare una stagione in B ma in quella seguente viene rimandato in prestito, questa volta all’ Ascoli in Serie A. L’anno dopo è quello con la Sampdoria, che sarà poi la vera e propria stagione della sua consacrazione. Il giovane attaccante fa intravedere numeri non comuni a qualunque altro suo collega. Colpi di tacco, rovesciate, ma soprattutto quel gol da distanza siderale che lo ha sempre caratterizzato. Ricezione spalle alla porta, finta di corpo da un lato e tiro a sorprendere il portiere con un colpo da campione dall’altro. Inutile dire che la palla raramente non finisce in rete..
La sua annata è cosi positiva da essere acquistato dall’Udinese. Allo stadio Friuli il napoletano passa due splendide stagioni ed insieme ai compagni di squadra Antonio di Natale e Antonio Floro Flores compone uno splendido ed efficacissimo tridente tutto partenopeo.
Arriva la fatidica chiamata. Arriva il Napoli, la squadre della sua città che tanto lo riavvicina all’amata Castellammare. 11 gol, un mondiale che lo lascia con l’amaro in bocca, dove segna e piange nell’ultima partita persa per 3-2 contro la Slovacchia del compagno di squadra Hamsik.
Ma qualcosa sembra non essere più come prima. La Juventus lo cerca, qualcosa con il Napoli allora si è rotto. La Juventus lo trova. Per lui è l’occasione della vita, giocare in un club così prestigioso; non lo è per i suoi ex-tifosi che lo appellano come “traditore”, data la rivalità sportiva e non che accomuna le sue squadre.
Fabio gioca 4 stagioni nella Vecchia Signora dove fa vedere ottime cose, soprattutto in ambito europeo ma è troppo discontinuo cosi nella scorsa estate viene ceduto ai rivali del Torino (tra l’altro squadra da cui era partita la sua carriera). La storia si ripete, da un club odiato all’altro ancora una volta ma il passaggio non è cosi burrascoso come quello dal Napoli, forse anche perché ormai è nel finale della sua carriera e non sposta più così tanto gli equilibri. Si credeteci pure se volete, lui intanto ne fa 13 in Campionato 4 in Europa League dove si ferma agli ottavi col Toro. Da antologia la doppia sfida con l’ Atletico Bilbao, in particolare la partita al San Mamés.
Ed ora è qui a 32 anni con un squadra che il presidente Cairo quest’anno sembra aver cura di rafforzarla con acquisti di spessore, pronto per una nuova stagione.
Numero 27 sulle spalle, atteggiamento da scugnizzo fiero e gol da stropicciarsi gli occhi.
Ecco a voi Fabio Quagliarella signori e signori, eccovi il Re di Castellamare.
Dario Froehlich