Francesca G., quarantenne di Latina, è la mamma del piccolo Marco, vittima di una disattenzione che lo ha condotto alla morte.
Il bambino si trovava insieme al genitore nei pressi di un ascensore della metropolitana di Roma, quando un tecnico era al lavoro per riparare un guasto di questa struttura. Precisamente si tratta della fermata Furio Camillo della metro A.
Omicidio colposo è la pista seguita dalla procura, nonostante ancora si stia indagando in maniera più approfondita riguardo alle dinamiche dell’accaduto.
Il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani procede contro ignoti.
Le prime ricostruzioni vedono la donna e il figlio bloccati in ascensore insieme ad altre quattro o cinque persone, al buio, quando sono stati fatti salire su un montacarichi per essere tratti in salvo. Probabilmente il piccolo si è spaventato e ha perso la mano della mamma, cadendo per oltre venti metri di profondità.
Oppure un’altra versione potrebbe essere quella secondo cui il tecnico giunto sul posto avrebbe forzato le porte dell’ascensore, creando un’intercapedine in cui Marco sarebbe scivolato.
Vani sono stati i tentativi di rianimazione della vittima, da parte del 118.
La mamma è tuttora disperata e in lacrime, non spiegandosi come abbia fatto a perdere di vista il figlio. La morte inaspettata di un figlio rimane sempre la tragedia più grande per un genitore, soprattutto quando si sospetta che le responsabilità siano di terzi. Si è presentato un tecnico forse non autorizzato a intervenire, perché non ha ricevuto la formazione specifica ad intraprendere manovre di questo genere.
Il sindaco di Roma Ignazio Marino, dopo essersi recato sul posto, ha scritto su Facebook: “Sono stato a lungo con i genitori del piccolo Marco a cui ho portato l’abbraccio di Roma. Sulla dinamica dei fatti lascio i commenti alle autorità competenti, per rispetto alla famiglia. Siamo davanti a una tragedia che riguarda tutta Roma. Ho deciso di proclamare il lutto cittadino per il giorno dei funerali”.
La gente del luogo sa bene che quell’ascensore spesso non funziona ed è segnalato con le bande gialle dell’Atac, ma questa volta nessuno poteva prevedere una tragedia simile.