Era il giorno più atteso da chi, da un anno, non ha mai smesso di invocare ed evocare “verità e giustizia per Ciro”.
Era il giorno più atteso da mamma Antonella, dai familiari, dagli amici e da tutti coloro che hanno vissuto con partecipata e sincera apprensione l’intera vicenda nella quale ha perso la vita il giovane tifoso partenopeo, ferito il 3 maggio del 2014, nell’ambito degli scontri sorti nei pressi dello stadio Olimpico, prima dell’incontro di calcio tra Napoli e Fiorentina, valevole per decretare la squadra vincitrice della Coppa Italia.
Ed, oggi, il primo verdetto è arrivato: il processo è stato rinviato al prossimo 7 ottobre.
Stamani, si è svolta la prima udienza nell’aula bunker di Rebibbia. Un processo che non dovrà giudicare solo la situazione di Daniele De Santis, l’ultrà romanista che di fatto ha esploso il colpo d’arma da fuoco che ferì il tifoso napoletano, provocandone la morte, dopo 52 giorni di agonia.
Sotto processo, infatti, ci è finito anche Gennaro Fioretti, indagato per rissa, in quanto identificato tra i tifosi napoletani che nell’ambito di quella stessa colluttazione, insorta nella zona di viale Tor di Quinto, si avventarono contro De Santis. Lo stesso Fioretti, in quella circostanza, fu raggiunto da un proiettile che gli si conficcò in una spalla.
Un proiettile che, una volta estratto da quella stessa articolazione, ha consentito ad una cruda ed oggettiva verità di emergere: la pistola che aveva sparato, era caricata con una tipologia di proiettili che, una volta centrato “l’obiettivo”, si “spappola” in mille pezzi, con il chiaro intento di generare ferite estese, devastanti, letali.
Chi ha sparato, lo ha fatto con il chiaro intento di uccidere: questa è uno degli elementi che delinea la preterintenzionalità che ha animato le gesta di chi quel giorno, a Tor di Quinto, ha premuto il grilletto. Più e più volte, provocando il ferimento di tre persone. E, soprattutto, la morte di Ciro Esposito.
Analoga la posizione di Alfonso Esposito, il terzo ragazzo ferito nell’ambito di quei fugaci e folli attimi di violenza consumatisi lungo le vie capitoline, stralciata pochi mesi fa per un difetto di notifica, ma coinvolto nel procedimento, verrà chiarita domani, quando il gup di piazzale Clodio sarà chiamato a decidere sul suo eventuale rinvio a giudizio.
Mamma Antonella era lì, presente in aula stamani: «Finalmente inizia il processo, anche se per me dovrebbe finire oggi Ormai i fatti sono evidenti: sono certa che la giustizia trionferà. Non mi importa degli striscioni apparsi contro di me allo stadio, sono una mamma che sta facendo di tutto per eliminare la violenza negli stadi, queste persone devono solo vergognarsi».
Il legale della famiglia Esposito, Angelo Pisani, ha annunciato che oggi ha presentato la richiesta di costituzione di parte civile della Municipalità di Scampia, quartiere di Napoli dove Ciro viveva. Il comune di Napoli sarà parte civile nel processo a carico di De Santis.
Uno scenario intorno al quale seguitano ad aleggiare tante e frammiste suggestioni ed emozioni e che esige d’essere chiarito, per assicurare terrena giustizia ad una tragica morte.