Un anno senza Ciro. Una ferita che sanguina ancora dolore e che non ha mai smesso di rivendicare giustizia.
Scampia non dimentica, Napoli non dimentica, quell’Italia che ha sperato e pregato affinché il tifoso napoletano rimasto gravemente ferito lo scorso 3 maggio, nell’ambito di taluni scontri nei pressi dello stadio Olimpico, maturati in circostanze tutte da chiarire, facesse ritorno a casa, non riposto in una bara, ma a braccia protese verso una vita, sicuramente diversa e forse irrimediabilmente compromessa, ma pur sempre in vita.
Un anno fa, amici, parenti di Ciro, i ragazzi di quella Scampia che non ha mai smesso di cullarne e coccolarne il ricordo, accolsero quella triste notizia esibendo come immagine del profilo su facebook uno sfondo nero, completamente nero.
Nero come il colore dell’anima, nero come il cielo che accompagnò il viaggio del feretro di Ciro da Roma verso la sua Scampia.
Dopo 52 giorni di agonia, un anno fa, dal letto dell’ospedale Gemelli nel quale era adagiato, il corpo di Ciro ha smesso di lottare. La sua anima, il suo spirito, il suo ricordo, da quel giorno, non hanno mai smesso di vivere e trovare seguito, attenzione, ascolto ed amore mediante le parole e le gesta di mamma Antonella.
“Ciro vive” è un monito che conferisce forma ad un’associazione che durante questo primo anno di vita ha compiuto innumerevoli azioni benefiche, volte principalmente ai bambini.
“E’ difficile spiegare cosa provo, le parole servono a poco. Questo vuoto non si colmerà mai. La sua assenza è enorme in questa casa. Ciro manca a tutti, alla sua famiglia e naturalmente agli amici. Mi sembra che sia andato via da pochi giorni”. Queste le parole con le quali Antonella Leardi, la mamma di Ciro Esposito, ha commentato questo giorno.
Ciro non può e non deve essere dimenticato e oggi, nel giorno della commemorazione più acuta, Scampia, i napoletani, i cittadini, i tifosi, tutti sono chiamati nuovamente a riunirsi intorno sulla famiglia Esposito per attestare vicinanza e solidarietà a quei genitori, a quei fratelli, a quelle persone, semplici ed oneste che hanno incassato una tragedia indicibile, capace, a distanza di un anno, di sortire ancora emozioni forti e lancinanti. Oggi alle 17, Ciro sarà ricordato a Scampia presso l’Auditorium in viale della Resistenza.
“Sarà una commemorazione, – ha spiegato Antonella Leardi – mio figlio non deve essere dimenticato. Mai. Continuerò a portare avanti la mia battaglia. Solo così posso andare avanti dopo questo grande dolore. Non si può morire per una partita di calcio e continuerò a ribadirlo. Sto diffondendo questo messaggio con l’aiuto dell’Associazione Ciro Vive. Lo faccio per i figli del futuro”.
Durante la commemorazione, verrà annunciato un nuovo progetto: a Scampia avranno luogo corsi gratuiti per pizzaioli e pasticcieri destinati ai minori a rischio. La risultante ultima dell’iniziativa è la possibilità, per i più meritevoli, d’inserirsi nel mondo del lavoro. Un’iniziativa alla quale “il cuore d’oro” di Errico Porzio non poteva sottrarsi.
Ad onor del vero, il maestro pizzaiolo, fortemente impegnato nel sociale, è da sempre schierato dalla parte dei più deboli, professa, in particolare, un’autentica adorazione per i bambini, i ragazzi, i giovani, rappresentanti inconsapevoli di un futuro che esige d’essere irrigato di sentimenti e valori ottimali per conferire concretezza a quel “mai più” che batte nel dolorante petto di mamma Antonella.