Durante il pomeriggio di ieri, le più alte cariche delle forze dell’ordine hanno incontrato i cittadini di Ponticelli. Un incontro, di per sé importante, impreziosito dalla presenza del questore di Napoli, Guido Marino, fortemente voluto da Anna Ferrara, presidente dell’associazione commercianti che da tempo immemore, predica ed opera in nome di ideali sani e lungimiranti, capeggiati dalla legalità. L’incontro si è svolto proprio presso la sede dell’associazione, ubicata nel cuore del quartiere Ponticelli, definito da più parti e a più riprese “la nuova Scampia”.
Un incontro inaugurato da un autentico “battesimo di fuoco”, in virtù dell’iniziativa intrapresa da uno dei presenti, in seguito ad una rapina subita dal nipote, lo scorso sabato sera: l’uomo ha cosparso il quartiere di volantini riportanti il suo appello, rivolto agli altri nonni, per sensibilizzarli e soprattutto indurli ad organizzare delle ronde notturne per battere le zone più assediate dalla criminalità, esponendo in prima linea le loro “carni canute” a tutela dell’incolumità dei più giovani.
Il Questore, con fermezza, ha ribadito e rilanciato dei concetti cruciali sui quali ogni società civile dovrebbe imprescindibilmente ancorarsi. Non lasciarsi impressionare dai numeri: questo il monito di Marino, agli abitanti del quartiere.
E, soprattutto, il leitmotiv che ha scandito l’intervento del questore, va ricercato in due semplici e corpose parole: omertà e paura.
L’omertà: un quadro astratto, senza volto, senza voce, senza dignità. Ma con occhi ed orecchie. Acuti, eppur ciechi. Scaltri, seppure sordi.
Una strada buia, senza vie di fuga, costeggiata da silenzioso frastuono. Inutile urlare, inutile battere i pugni contro le finestre schiuse, inutile sperare, pregare, chiedere, imprecare.
Vestiti come armature, uomini come sentinelle, occhi come cassette di sicurezza, cervelli come pattumiere. Incapaci di liberarsi dall’immondizia che li inonda. Incapaci di ribellarsi per afferrare l’emozione insita nella scoperta della libertà. Della pulizia.
L’omertà è un terreno arido che ostruisce la gestazione di sentimenti buoni, intenzioni buone e tutto quello che può essere accostato al concetto di “buono”, è un cielo che piange pioggia che non bagna, ma graffia, lasciando segni difficili da cancellare, è un bambino che nasce già adulto e un adulto che difficilmente abbraccerà la vecchiaia.
Non esiste speranza, non esiste confronto, né ragionamento, né dialogo, né apertura. L’omertà è un muro di gomma, duro come una pietra, trasparente come un vetro e tagliente come una lama.
È su una solida pietra di omertà che vengono innalzati imponenti imperi. Basterebbe sradicare quella pietra per mandarli in frantumi, invece, l’omertà rappresenta il fermo tassello sul quale innalzare “l’impero del male”.
La paura è il secondo nemico da eludere: fedele compagna, di vita e di morte, dell’omertà, con la quale cammina sotto braccio, mentre, sotto forma di brivido, arrampicandosi lungo la schiena, inonda muscoli e ragione, paralizzando azioni ed intenzioni.
Proprio su questi due rovinosi orpelli, il questore Marino ha battuto il chiodo, per incutere nella coscienza sociale di quella periferia, da più bocche apostrofata come “abbandonata a sé stessa”, la fiducia nelle istituzioni da suggellare con la partecipazione attiva da parte della cittadinanza, per ottenere risultati efficaci.
Questa l’unica ed auspicabile strada da perseguire per agevolare e valorizzare il lavoro delle forze dell’ordine operanti sul territorio.
Invero, quello svoltosi ieri, era il secondo incontro tra il questore Marino e i residenti del quartiere più folto ed esteso di Napoli est, al quale, ne seguirà ben presto un terzo.
Ponticelli non è “la nuova Gomorra” e la presenza fisica delle istituzioni, volta ad ascoltare le esigenze e le difficoltà palesate dal territorio, direttamente dalla bocca dei cittadini coinvolti, quotidianamente e in prima persona, nella “lotta per la sopravvivenza della civiltà e della legalità”, ne rappresenta la concreta riprova.